Messina Denaro, arrestata la figlia dell’amante del boss

Messina Denaro, arrestata la figlia dell'amante del boss

Il Ros dei Carabinieri ha arrestato all’alba di oggi Martina Gentile, la figlia di Laura Bonafede, l’amica intima del boss Matteo Messina Denaro. La giovane è accusata di favoreggiamento e procurata inosservanza di pena aggravati dalle modalità mafiose. Secondo l’inchiesta la donna arrestata avrebbe portato i pizzini a Palermo. Avrebbe avuto un ruolo chiave per inviare le comunicazioni e gli ordini del boss. Gli investigatori stanno cercando di scoprire a chi fossero diretti. Di lei il boss mafioso, quando era latitante, diceva: “E’ come se fosse mia figlia, ha molto di me perché l’ho insegnata io, se vedessi il suo comportamento ti sembrerei io al femminile”. L’arresto di oggi prosegue nel solco dei fiancheggiatori che hanno coperto la latitanza di Messina Denaro nel territorio tra Castelvetrano e Campobello di Mazara. Un’indagine articolata che ha ricostruito la fitta rete di legami che per oltre 30 anni ha permesso la latitanza del boss di Castelvetrano e che ne ha coperto anche gli affari. “L’operazione – dice il Ros – costituisce la prosecuzione dell’indagine che lo scorso 16 gennaio ha permesso al Ros di catturare a Palermo l’allora latitante Matteo Messina Denaro”. Nei confronti della ragazza la Procura aveva già chiesto la custodia cautelare in carcere, ma il Gip non aveva ritenuto che ci fossero indizi sufficienti. Alla luce del nuovo materiale investigativo raccolto dai carabinieri il giudice ha ora disposto per l’indagata gli arresti domiciliari. Lo scorso 13 aprile era stata arrestata anche Laura Bonafede, madre di Martina Gentile, per la stessa accusa.

Le indagini


Secondo i magistrati – l’indagine è stata coordinata dal procuratore Maurizio de Lucia e dall’aggiunto Paolo Guido – Martina Gentile di cui Messina Denaro in diversi pizzini trovati dopo l’arresto elogiava le virtù, avrebbe gestito lo scambio della corrispondenza del boss, all’epoca latitante, sfruttando il suo rapporto con un altro tramite del padrino, Lorena Lanceri, finita in manette col marito nei mesi scorsi. Lanceri, ritenuta una delle più strette fiancheggiatrici del padrino di Castelvetrano, consegnava alla ragazza i pizzini scritti dal capomafia e Gentile li faceva avere ai destinatari tra i quali sua madre Laura Bonafede. Lo scambio, spesso, avveniva nello studio dell’architetto ed ex assessore all’Urbanistica del Comune di Campobello di Mazara in cui le due donne lavoravano. Trame, rapporti e inchieste ahnnao permesso di afare luce sul fitto legame di amicize e parentele che hanno permesso al boss di comandare e di gestire l’immenso patrimonio. L’indagata, in codice chiamata da Messina Denaro Tan o Tany, condivideva con il padrino e con gli altri soggetti che interloquivano con lui una sorta di linguaggio cifrato ideato per nascondere l’identità delle altre persone coinvolte nella assistenza al latitante e curava le esigenze logistiche del boss. Ed è qui che gli investigatori si sono concentrati per capire il tipo di messaggio che la donna faceva avere ai destinatari. Per i pm Gentile “è stata quindi uno degli ingranaggi indispensabili del sistema di comunicazione ingegnato dal latitante, grazie al quale questi ha anche potuto mantenere la indispensabile sponda di Laura Bonafede nella condivisione e gestione delle strategie mafiose sul territorio di Campobello di Mazara”. Il gip ha disposto nei confronti della ragazza i domiciliari e non il carcere, come chiesto dalla Procura, perché Gentile è madre di una bimba di tre anni.

L’arrestata scriveva al boss: “La mia bimba conoscerà la tua storia”

Il gip Alfredo Montalto che ha disposto l’arresto per Martina Gentile scrive nell’oridnanza di una continua permeazione nella cultura mafiosa tanto da far dubitare proprio della differenza che questa avrebbe poptutto capire tra legalità e illegalità. “Dai documenti acquisiti emerge che anche Gentile Martina è totalmente impregnata della cultura mafiosa, e, quel che è più grave, che intende trasferire i suoi malsani idealì persino alla figlia come si ricava da quella lettera indirizzata da Bonafede al latitante in cui la stessa scrive che sia lei che la figlia Martina cercheranno di far conoscere alla bambina la storia di Messina Denaro: “Mini cugino” (il nome in codice assegnato alla bimba, ndr) ti conoscerà dài miei racconti e da quelli di Tany (Martina Gentile, ndr) perchè sei stato troppo importante per noi”.

La collanina Bulgari

Nella ricostruzione delle indagini, si intende anche lo stretto legame tra il boss e Martina Gentile, definita come una figlia per il rapporto e lo stretto legame che negli anni si era instaurato. In un episodio, gli inquirenti hanno scoperto anche che Messina Denaro aveva regalato una collanina di Bulgari di oltre 2mila euro alla figlia di tre anni di Martina Gentile. Nel linguaggio cifrato usato dal capomafia e dalla Gentile la piccola destinataria del dono veniva indicata come “Cromatuccia”. Quando la donna ricevette il regalo mandò alla madre, Laura Bonafede una foto della collanina con un commento sul regalo per la bambina. La prova dell’acquisito verrà poi trovata nel materiale sequestrato alla sorella di Messina Denaro, Rosalia, che aveva appuntato la spesa come “regalo per cromatuccia”. Martina Gentile e Matteo Messina Denaro si vedevano anche di presenza, lo testimoniano le impronte digitali della giovane ritrovate all’interno del covo del boss.“Gli accertamenti tecnici svolti dal Ris dei Carabinieri – si legge nella misura – hanno evidenziato la presenza di due impronte papillari riconducibili a Martina Gentile su un dvd che custodiva il latitante e che conteneva la registrazione di un film”. Lo stretto legame è stato così testimoniato dagli stessi inquirenti che hanno definito Martina Gentile una delle più importanti fiancheggiatrici del boss. Adesso per la donna arrivano gli arresti domiciliari, concessi in quanto madre di una bimba di 3 anni.

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