Il pericolo dei tunnel di Hamas: i terroristi a pochi metri dai soldati israeliani

Il pericolo dei tunnel di Hamas: i terroristi a pochi metri dai soldati israeliani

Nella guerra per il controllo della Striscia di Gaza, l’arma più potente in mano ad Hamas è la fitta rete di tunnel costruita sotto l’exclave. Secondo le forze armate israeliane, sono oltre 1.300 i chilometri di gallerie costruiti dai terroristi e vengono sfruttati per condurre imboscate, spostare uomini e armamenti, nascondere gli ostaggi e ammassare gli arsenali del terrore.

Nonostante ne siano stati distrutti molti dall’inizio della guerra, centinaia di ingressi non sono ancora stati scoperti e un video condiviso sui social network mostra in modo chiaro il pericolo che i soldati delle Idf corrono nel corso delle operazioni di terra. Nelle immagini pubblicate dalla stessa Hamas, si vede una telecamera emerge dall’imbocco di un tunnel e spiare i soldati israeliani a riposto sotto alcune tende in un accampamento avanzato, distanti pochi metri dall’obiettivo. Le riprese risalgono al 3 dicembre e la zona in cui sono state effettuate era già stata pesantemente bombardata.

In una dichiarazione dell’organizzazione palestinese, i terroristi hanno affermato di aver monitorato “la posizione di 60 soldati delle forze di occupazione di Israele a est di Juhr al-Dik. Abbiamo piazzato tre ordigni antiuomo in uno schema circolare attorno a loro. Esattamente alle 4.30, le bombe sono state fatte esplodere”. Gli uomini di Hamas hanno dichiarato di aver ucciso “un gran numero” di truppe delle Idf, ma le comunicazioni dell’esercito israeliano non hanno fatto menzione di perdite elevate. Il modus operandi dell’attacco ricorda quello avvenuto il 28 ottobre, quando la tregua tra le due parti era ancora in vigore. Anche in quel caso, i terroristi avevano fatto detonare degli ordigni nascosti sotto terra, ferendo tre soldati dello Stato ebraico.

Per prevenire futuri assalti del genere e sradicare completamente Hamas da Gaza, i vertici israeliani hanno formulato dei piani per epurare le gallerie sotterranee dalla presenza dei terroristi. Fino ad ora, le Idf si sono affidate a brigate specializzate, robot da ricognizione e unità K9, composte da cani appositamente addestrati a muoversi nell’oscurità, individuare trappole esplosive e la presenza di nemici. Inoltre, secondo il Wall Street Journal, lo Stato ebraico avrebbe in progetto l’idea di utilizzare cinque grandi pompe, assemblate a metà novembre, per inondare le gallerie con migliaia di metri cubi d’acqua prelevata direttamente dal mar Mediterraneo. Le autorità di Tel Aviv e gli Stati Uniti avrebbero già discusso di questo piano il mese scorso, valutandone il possibile impatto ambientale e i rischi per l’approvvigionamento idrico della Striscia.

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