Il messaggio dell’Armani. Messina fino al 2026. La palla che scotta nelle mani dei giocatori

Il messaggio dell'Armani. Messina fino al 2026. La palla che scotta nelle mani dei giocatori

Prima che la tempesta di ghiaccio investa Ettore Messina nella settimana più difficile per l’allenatore che ha vinto così tanto ecco il tiro da tre di Giorgio Armani nel comunicato del presidente Giorgio Dell’Orco: «La società vuole Messina come allenatore e gli estende il contratto fino al 2026».

Stasera a Monaco in Eurolega, giovedì a Belgrado contro il Partizan del caro nemico Obradovic, domenica al Forum contro la Virtus Segafredo regina in coppa e in campionato più di Milano, dovranno essere i giocatori della malandata Olimpia di oggi a dover dare una risposta.

Dopo la sconfitta di Sassari, le povere classifiche in Italia e in Europa, in molti avevano chiesto che a pagare fosse chi, anche come presidente tecnico oltre che allenatore, aveva costruito così male la squadra, ma la società, come deve essere nelle vere famiglie, ha subito alzato un muro protettivo.

Non siamo stupiti perché sappiamo bene che i presunti amici, non soltanto nello sport, anche non sapendo molto, immaginano di sapere ciò che farebbero al nostro posto.

Non è una difesa dell’allenatore degli ultimi 2 scudetti dell’Olimpia arrivata alla terza stella con il trentesimo tricolore, di un uomo che con i suoi titoli non meriterebbe di essere messo in discussione, anche se dobbiamo ammettere che, vedendo giocare così male una squadra che sembra addirittura difendere peggio di come attacca, ci sembra di capire che il male è proprio dentro ad un gruppo incapace di fare squadra. Purtroppo questa Olimpia è stata costruita proprio dal nostro caro Ettore e allora deve essere lui a farsi una domanda e a darsi anche una risposta.

Stasera capiremo contro il Bayern se il gruppo farà scudo, come la società, all’allenatore che tutti i giocatori ingaggiati si sentivano onorati di poter lavorare con lui.

I nuovi stanno andando tutti male, il Pangos da 2 milioni di euro come stipendio, mandato in tribuna, il campione del mondo Maudo Lo sparito dopo una sola partita decente proprio a Belgrado contro la Stella Rossa, i succedanei in regia che non sanno servire una palla decente ai tiratori, il Poythress scelto per stare al centro che non riesce a fare due giocate decenti in fila, i giovani italiani inseriti nel gruppo che giocano pochi minuti o, addirittura, come il Caruso che pure è nel giro della Nazionale, non vedono quasi mai il campo anche quando la squadra ha vantaggi importanti. Poi ci sarebbe il caso Mirotic, adesso fermo per problemi ad un polpaccio, il giocatore più costoso, quello che avrebbe dovuto diventare la punta dorata del sistema e che invece, anche segnando tanto, sembra aver addirittura inaridito un gioco dove persino Melli, il capitano, la trave portante dell’ultima stagione, non riesce a ritrovare energie dopo le tante fatiche per lo scudetto, il mondiale a Manila.

Ci sarebbe da discutere, cambiando tante cose, ma è l’atteggiamento della squadra quello che ha fatto uscire fra i mugugni e, ultimamente anche i fischi di un pubblico che non è mai mancato, oltre 9.000 anche nell’ultimo bagno casalingo con Kaunas e contro la neopromossa Pistoia che ha rimontato, vincendo, da meno 14.

Stasera capiremo, ma se domenica l’Armani arrivasse con altre due sconfitte sulla schiena, allora la stagione potrebbe già essere considerata fallimentare. Dispiace, ma è proprio così.

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