Addio a Giulia, Filippo potrà seguire la diretta tv

Addio a Giulia, Filippo potrà seguire la diretta tv

Padova si ferma. Anche l’Italia si ferma. È il giorno dell’addio a Giulia Cecchettin. Mai nella storia del Paese il funerale di una ragazza «qualunque» di 22 anni ha mobilitato cordoni di polizia, accrediti di giornalisti, panche riservate alle istituzioni, dirette tv. Sono attese 10mila persone e molte di più saranno quelle che, a Roma e in altre città, scenderanno in piazza alle 11, in contemporanea con la cerimonia.

Papà Gino ed Elena, la sorella, sanno bene che oggi non riusciranno a trovare l’intimità dell’ultimo saluto. La cercheranno in altri luoghi, in altri momenti. Oggi è il giorno in cui bisogna far rumore. Loro non si tirano indietro, con la lucidità e la forza che hanno dimostrato fin dall’inizio della tragedia che ha travolto le loro vite. E un po’ anche le nostre. «Abbiamo scelto apposta una chiesa grande, la Basilica di Santa Giustina, affinché arrivi un messaggio di grande partecipazione» ha spiegato Gino Cecchettin che oggi leggerà un messaggio per sua figlia, che in fondo è diventata la figlia di tutti. La chiesa, in grado di accogliere 1.200 persone, non basterà comunque. Tanto che il Comune ha deciso di allestire due maxi schermi in Prato della Valle per dare a tutti la possibilità di seguire la cerimonia officiata dal vescono Claudio Cipolla.

Filippo Turetta, uscito dall’isolamento, potrà seguire i funerali in tv, dal carcere. E vedrà le immagini della premier Giorgia Meloni, del presidente della Regione Veneto Luca Zaia. Di un Paese affranto e battagliero. Che vuole cambiare le cose, gli equilibri intimi, il concetto di rispetto, di libertà, di «stare assieme». Non è ancora chiaro se in chiesa ci saranno i genitori del ragazzo, già molto provati dal primo incontro in carcere con il figlio. Padova è in lutto cittadino: in attesa delle esequie, alle 11, i negozi terranno le serrande abbassate, fermeranno il Natale, e sui cancelli delle case verranno appesi fiocchi rossi, per ricordare la laurea che Giulia non ha potuto festeggiare. «Facciamoci sentire» ha chiesto Zaia chiedendo la massima partecipazione a questa giornata spartiacque: il dramma di una famiglia da domani sarà l’inizio di una svolta sociale e educativa che non si può più rimandare. «Non vogliamo che Giulia sia solo derubricata come la vittima di femminicidio numero 105 – ha spiegato il governatore veneto – Non credo che in Italia ci sia una società patriarcale ma vanno scovati i trogloditi che considerano la donna inferiore».

La gigantografia di Giulia, sorridente, è stata staccata dalla parete del municipio di Vigonovo (Venezia) e appesa di fronte alla basilica. «Il tuo sorriso è il tuo messaggio più bello, il tuo amore un messaggio per il mondo» sono le parole scelte per l’epigrafe accompagnata da un vaso di fiori disegnato dalla ragazza che sognava di diventare un’illustratrice per bambini. Al termine del rito funebre a Padova è previsto alle ore 14 un momento di preghiera nella chiesa parrocchiale di Saonara (Padova), paese di origine della famiglia di Giulia.

Intanto il procuratore di Venezia Bruno Cherchi, che coordina l’inchiesta, rischia il trasferimento e dunque di dover lasciare le sue funzioni per essere destinato a un’altra sede. Motivo: i suoi rapporti con un perito, Massimo Montisci, ex presidente dell’istituto di Medicina legale di Padova, coinvolto in vicende giudiziarie. Rapporti che secondo la minoranza della prima commissione del Csm (due consiglieri su 6) avrebbero appannato l’immagine di imparzialità di Cherchi.

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