Ora anche il grillino, simbolo per eccellenza della lotta contro la casta, chiede l’obolo per sé stesso. L’ex ministro ai Trasporti, Danilo Toninelli, oggi membro del collegio dei probiviri, il comitato che decide sulle sanzioni e le espulsioni da infliggere agli iscritti al M5S, ha ventilato l’ipotesi di prevedere un gettone di presenza per ogni riunione svolta.
Una proposta che, come rivela il Corriere della Sera, ha creato non pochi malcontenti tra i pentastellati proprio perché Toninelli, l’uomo che più di tutti si è schierato contro il progetto della Tav e contro i costi della politica, è appunto uno dei tre componenti del collegio dei probiviri. Gli altri due politici coinvolti sono l’ex ministra Fabiana Dadone e la presidente della Vigilanza Rai Barbara Floridia, ma l’idea è proprio dell’ex ministro che, contattato dal Corriere, non ha voluto commentare la notizia.
Finora il collegio dei probiviri, istituito nel 2016, ha sempre svolto le proprie funzioni in maniera totalmente gratuita, ma ora capita sempre più spesso che alcuni casi abbia bisogno di più tempo e il più delle volte si tratta “di decisioni delicate, anche legalmente”, spiegano alcuni esponenti del Movimento nato il 4 ottobre in onore a San Francesco che della povertà aveva fatto la propria ragione di vita.
Un esempio che Toninelli ha sempre seguito nel corso della sua carriera politica. “Mi dimezzo lo stipendio da sette anni, non devi rompermi i c….”, disse nel 2020 in un bar di Roma a coloro che lo stavano contestando. E, quando Mario Draghi dichiarò di aver rinunciato allo stipendio da premier, disse:“È diventato grillino”. Toninelli, una volta concluso il suo secondo manda in Parlamento, è tornato a lavorare per la compagnia assicurativa di cui era dipendente e a fare la spola tra Roma e la provincia di Cremona dove vive.
Nei mesi scorsi ha, inoltre, creato una sorta di “tg” social di controinformazione in cui si batte per il salario minimo e contro gli sprechi, come l’aumento dello stipendio da parte dei deputati siciliani. Già nel 2018, quando era alla guida del ministero dei Trasporti, dichiarò in un video: “Mi stanno prendendo in giro per un lapsus. Ma secondo voi mi fermerò per questo? Io lavoro dalle 16 alle 18 ore al giorno, chiedete a mia moglie che è preoccupata per me”. E, attaccando Matteo Salvini, nei giorni della crisi gialloverde, aveva detto proprio al Corriere: “È un nano sulle spalle dei giganti, che lavorano”.