Lo accusano di aver palpeggiato una donna. E lui: “Ho la mano ad artiglio, è un deficit”

Lo accusano di aver palpeggiato una donna. E lui: "Ho la mano ad artiglio, è un deficit"

Due periti, uno del pm e l’altro incaricato dal giudice del Tribunale di Torino, dovranno stabilire se l’imputato abbia una disfunzionalità al braccio sinistro che gli impedisca di palpeggiare una donna. È il nodo da sciogliere nel processo per violenza sessuale a carico di un 69enne piemontese accusato dal sostituto procuratore Chiara Canepa di aver molestato una signora di sessant’anni. L’imputato nega l’approccio sessuale sostenendo che potrebbe aver sfiorato involontariamente la presunta vittima per via di un deficit all’arto: la mano “ad artiglio“.

L’accusa: “Mi ha molestato”

I fatti risalgono a giugno 2020. Nella denuncia la donna, un’agente immobiliare, racconta di essersi recata a casa del 69enne per valutare l’appartamento che l’uomo intendeva mettere in vendita. “Sono entrata in camera da letto. Lui era alle mie spalle. – scrive il Corriere.it riportando uno stralcio delle dichiarazioni rese dalla presunta vittima – Ad un tratto, mentre mi avvicinavo alla porta finestra per osservare il balcone, mi è arrivato addosso e mi ha palpeggiato la schiena e i glutei con entrambe le mani“. La professionista dice di essersi spaventa: “Eravamo soli in uno spazio stretto tra l’armadio e il letto. Mi sono divincolata e sono scappata via“.

La difesa: “Ha un deficit al braccio”

Finito a processo, l’uomo respinge le accuse sostenendo di avere una disfunzionalità all’arto sinitro che gli impedirebbe di aprire il palmo della mano. Dunque nega che via sia stato il palpeggiamento, come invece gli viene contestato nel capo d’imputazione. In buona sostanza, oltre a non riuscire a ruotare completamente il braccio dal gomito in giù, il 69enne sostiene di avere la mano che forma “un artiglio“.

Le perizie

Per il perito nominato dal giudice, l’imputato non mente: ha un deficit per il quale le dita restano nella posizione “ad artiglio” e non sarebbe in grado di aprire la mano “a coppa“. Ciò detto, il 69 enne ha ammesso di riuscire a svolgere le attività di routine, come guidare o andare a ballare. Sta di fatto che la donna continua a ribadire di aver subito molestie: “Ero spaventata. Da quel giorno, quando vado a visitare le case, mi faccio accompagnare. Mi ha toccato, non ho dubbi. E mi ha molestato. Non capisco cosa importa se ha usato il palmo o solo le dita. In ogni caso, mi ha afferrato con entrambe le mani“. Spetterà ai giudici, all’esito delle perizie, venire a capo della vicenda.

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