La scoperta del Milan: Theo multiuso si veste da leader

Nel derby dei cerotti occhi puntati sul mistero CDK

Tre spiragli di luce nell’attraversamento del tunnel più buio della stagione. Ecco la condizione attuale del Milan dopo il 3 a 1 comodo sul Frosinone che non può diventare, all’improvviso, una medaglia sul petto ma appunto, solo il classico brodino per il grande ammalato del campionato. La spiegazione è semplice: perché l’emergenza in difesa e in attacco resta tutta nonostante le promesse – da verificare – di recuperare Leao e Kjaer per sabato prossimo a Bergamo.

Il primo spiraglio è quello procurato dalla scelta, suggerita dall’interessato, di scegliere come secondo centrale Theo Hernandez per non esporre a rischi eccessivi uno dei primavera reclutato per l’occasione (Simic). «È stato Theo a farsi avanti e a dirsi pronto per giocare in quel ruolo» la spiegazione sincera del tecnico. In effetti il francese è in grado di fare due ruoli in uno, a seconda delle circostanze: può garantire una buona tenuta difensiva e, con la copertura di Florenzi, tentare anche qualche assalto alla sua maniera. La prova del nove però è rinviata al prossimo viaggio a Bergamo con l’Atalanta.

Il secondo spiraglio è una revisione critica dei giudizi su alcuni esponenti del chiacchierato mercato estivo milanista. Dice Paolo Maldini: «Per prendere Pulisic non c’è bisogno dell’algoritmo». E infatti Pulisic, a torto, è considerato un abbaglio della triade Furlani-Moncada-Pioli perché reduce da grigie prestazioni mentre invece è dotato di ottima cifra tecnica, capace di fare gol e forse più adatto a partire da sinistra (binario occupato solitamente da Leao). Sabato sera l’avvio del primo gol e il suo sigillo del 2 a 0 col Frosinone ne sono una parziale dimostrazione.

Il terzo e ultimo spiraglio riguarda il ritorno al gol di Luka Jovic, 26 anni tra qualche settimana, considerato la patacca del mercato milanista e quindi il punto debole del gruppo rossonero. La sicurezza di Pioli («Jovic sa giocare al calcio») è stata presa per presunzione o addirittura difesa delle scelte dirigenziali. Il tempismo utilizzato per risanare il deficit di condizione fisica invece è la spiegazione attendibile e non solo per il gol fatto o l’assist a Tomori sul terzo gol. In passato, per intenderci durante l’era Ancelotti, lo stesso tempo fu impiegato da Hernan Crespo, proveniente dal flop nel Chelsea per rimettersi in forma e diventare protagonista in particolare della Champions e della finale poi persa ai rigori di Istanbul con il Liverpool.

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