Nuove grane per il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, costretto ieri ad ammettere che gli obiettivi della guerra per il 2024 sono stati rivisti. «Il conflitto è entrato in una nuova fase», ha detto il presidente, che aveva attaccato il capo delle Forze armate, Valery Zaluzhny, per aver parlato di situazione di stallo sul campo circa un mese fa. È un’ammissione evidentemente reputata indispensabile dal presidente, dopo il fallimento parziale della controffensiva. Un altro tassello che complica il futuro politico di Zelensky. Dopo che la moglie ha dichiarato al settimanale Economist di non voler vedere suo marito candidato alla presidenza per il prossimo mandato, il sindaco di Kiev, Vitali Klitschko, ha attaccato il leader ucraino, chiedendogli di essere onesto e ammettere i propri errori strategici nel conflitto. E non è tutto. A dominare gli eventi politici della giornata è stata la notizia di una mossa inattesa del servizio di sicurezza ucraino, lo Sbu, che ha bloccato alla frontiera l’ex presidente Petro Poroshenko, vietandogli di viaggiare all’estero, con la spiegazione di avere informazioni secondo cui l’ex presidente intendeva incontrare il primo ministro ungherese Viktor Orban, che in un rapporto dell’intelligence è stato definito «amico» di Vladimir Putin. A Poroshenko, che fu al potere a Kiev dal 2014 al 2019, è stato annullato anche il permesso già rilasciato per un viaggio d’affari negli Stati Uniti. La Sbu ritiene che Mosca intenda sfruttare i possibili incontri dei politici ucraini con esponenti stranieri per promuovere narrazioni «sulla necessità di un processo negoziale con la Russia» e ha chiesto di prendere in considerazione un possibile incontro con Orban, che «esprime sistematicamente una posizione antiucraina», è un «amico di Putin e chiede la revoca delle sanzioni contro la Russia». Il partito Solidarietà Europea di Poroshenko ha respinto le accuse, sottolineando che aveva programmato visite in Polonia e negli Stati Uniti, e non a Budapest. Oltre a Poroshenko, è stato vietato anche a tre deputate del partito di lasciare il Paese.
È un momento complicato per Kiev e per Zelensky. «La gente si chiede perché non fossimo meglio preparati per questa guerra. Perché Zelensky ha negato fino alla fine che si sarebbe arrivati a questo», ha detto il sindaco della capitale, Klitschko. «C’erano troppe informazioni che non corrispondevano alla realtà», ha aggiunto l’ex campione mondiale di boxe, accusando il presidente di «errori» e chiedendo onestà riguardo alla situazione. «Zelensky sta pagando per gli errori che ha commesso. Possiamo mentire al nostro popolo e ai nostri partner, ma non si può farlo per sempre», ha concluso Klitschko.