Alberto Genovese, secondo processo per abusi sessuali: chiesto il rito abbreviato

Praticante a 47 anni. E così Genovese può vedere la moglie in carcere

Si torna a parlare di Alberto Genovese, imprenditore in ambito start up condannato per gli abusi sessuali commessi nei confronti di due modelle, una di 18 anni e una di 23. Stando alle ultime informazioni, gli avvocati difensori di Genovese hanno intenzione di chiedere il rito abbreviato. Ciò riguarda, ovviamente, il secondo processo che lo vede come imputato, dal momento che il 43enne è stato già condannato a 6 anni e 11 mesi per violenza sessuale e droga.

Il secondo processo: altri abusi sessuali

In questo secondo procedimento penale l’ex imprenditore viene processato per altri abusi sessuali commessi nel periodo di tempo che intercorre fra marzo 2019 e novembre 2020. Il modus operandi, secondo l’accusa, sarebbe stato sempre lo stesso. Genovese metteva in trappola le sue vittime, che venivano stordite mediante sostanze stupefacenti (spesso cocaina) e poi violentate mentre si trovavano in stato di semi-coscienza.

Il tutto sarebbe avvenuto con la collaborazione dell’ex fidanzata dell’imprenditore, Sarah Borruso, che a sua volta deve già scontare una condanna a 2 anni e 5 mesi per preso parte a una violenza commessa nel maggio del 2020. Questo, almeno, quando ricostruito dall’accusa. Anche i legali della Borruso hanno avanzato la richiesta di ricorrere al rito abbreviato, così come gli avvocati che rappresentano l’ex socio di Genovese.

Intralcio alla giustizia

Non finisce qui. Genovese, così come il suo ex socio in affari Daniele Leali, dovrà rispondere anche dell’accusa di intralcio alla giustizia. Si parla infatti di un tentativo, precedente all’arresto avvenuto a novembre 2020, di far ritrattare la prima vittima in cambio della cifra di 8mila euro e regali. Daniele Leali è inoltre imputato per aver offerto, durante alcuni festini organizzati da Genovese, delle sostanze stupefacenti (mdma, ketamina e cocaina).

Alberto Genovese, inoltre, dovrà difendersi dall’accusa di detenzione di materiale pedopornografico, rinvenuto all’interno di una cartella ridenominata come Bibbia 3.0.

Il processo continua

La difesa di Genovese e di Borruso rimane in attesa della prossima udienza, fissata per il 26 febbraio 2024, per formalizzare le richieste di rinvio a giudizio.

In merito a questa oscura vicenda, Alberto Genovese ha affermato di avere avuto grossi problemi di tossicodipendenza, da cui è riuscito faticosamente a liberarsi. Gli stupri, secondo la sua versione, sarebbero avvenuti quando lui, in stato di alterazione psicofisica, credeva che i rapporti fossero consenzienti.

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