WhatsApp addio, arriva la piattaforma Olvid: la decisione del governo francese

WhatsApp, occhio alla truffa del codice a 6 cifre: cos'è e come difendersi

Il governo francese è pronto a dire addio a WhatsApp. Secondo quanto riferito sino ad ora, il primo ministro Elisabeth Borne ha inviato una circolare in cui viene spiegato ai politici che l’utilizzo della piattaforma di messaggistica non può essere considerato sicuro.

Non parlare di politica su WhatsApp

L’ordine di abbandonare WhatsApp, almeno per quanto concerne le discussioni di carettere politico, è arrivato non solo dal primo ministro Borne, ma anche dal ministro con delega al Digitale Jean-Noel Barrot.

Nella circolare inviata ai rappresentanti politici si parla di evidenti preoccupazioni per quanto concerne la sicurezza in merito ad argomenti sensibili, oltre che alla necessità di garantire la sovranità tecnologica. In questi anni WhatsApp, piattaforma appartenente a Meta, è stata largamente adottata anche dai politici per le sue tante funzioni, tuttavia, col passare del tempo, sono incrementate le insicurezze sulla gestione della privacy.

Basti pensate che la crittografia end to end si limita a proteggere solo il contenuto dei messaggi che si scambiano gli utenti, ma non il resto. Meta, pertanto, può venire a conoscenza di altri dati sensibili. Può sapere, ad esempio, quando si verifica una conversazione fra due soggetti, e molto altro. Da qui la scelta di abbandonare la piattaforma, in favore di un’altra, tutta francese.

La concorrente di WhatsApp

Ad essere proposta come valida sostituta di WhatsApp è la piattaforma francese Olvid, approvata anche dall’ANSSI, agenzia francese per la sicurezza informatica. “Questo è il modo migliore per garantire la nostra sovranità, stiamo compiendo un ulteriore passo avanti verso una maggiore sicurezza delle comunicazioni”, ha dichiarato Barrot, come riportato da FanPage.

Olvid garantisce una crittografia avanzata molto più estesa, che include nomi e immagini dei profili appartenenti agli utenti. Non solo. Olvid non richiede, a differenza di WhatsApp il numero di telefono o la scheda Sim per l’attivazione di un account. E, ancora, i dati raccolti non verranno salvati su dei server centrali: resteranno infatti memorizzati sui singoli dispositivi. Con simili promesse la tutela della privacy pare assicurata.

Olvid e la sovranità tecnologica

La stessa società che ha ideato Olvid afferma senza mezzi termini che l’applicazione servirà a “liberare gli utenti dalle tecnologie straniere soggette a leggi extraterritoriali”, con chiari riferimenti a certi colossi tecnologici.

Non è la prima volta che la Francia prova a staccarsi dalle dipendenze nei confronti di applicazioni straniere. Nel 2005 tentò con Quaero, che avrebbe dovuto sostituire Google e Yahoo. Poi, nel 2013, è arrivato anche Qwant.

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