La Roma la ribalta in dieci minuti: vantaggio Sassuolo, ma Dybala e Kristensen firmano i tre punti

La gioia incontenibile di Rasmus Kristensen: il suo è l'undicesimo gol giallorosso messo a segno dopo l'ottantesimo (via As Roma)

La quattordicesima giornata di Serie A entra nel vivo nella cornice trepidante del Mapei Stadium, con Sassuolo–Roma. I neroverdi di Dionisi partono ordinati ma soffrono la fisicità giallorossa ed è un fulmine a ciel sereno quello che colpisce la Roma, a metà primo tempo, quando Matheus Henrique piazza il tap-in del vantaggio. Da lì, però, l’assedio giallorosso diventa quasi totale ed un episodio sconvolge il match: è il 63’ quando Boloca interviene scompostamente su Paredes ed il giallo di Marcenaro, richiamato all’on-field review dal Var, non può che diventare rosso. I cambi, allora, mutano il volto della gara: è Rasmus Kristensen, uomo del destino, a procurarsi il rigore trasformato, al 76’, da Dybala, ed è nuovamente il danese – undicesimo gol giallorosso dopo l’ottantesimo – a beffare Consigli con un tiro fortuitamente deviato da Tressoldi. Ancora una volta, la Roma la ribalta negli ultimi dieci minuti e si porta a casa tre punti essenziali: quarto posto, in attesa del Napoli, a +1 sulla Fiorentina.

La Roma arriva al Mapei Stadium di Sassuolo tra le polemiche alle quali ha abituato, forse più che a sufficienza, José Mourinho: lo Special One, alla vigilia del match, non si risparmia e attacca, senza mezzi termini, il direttore di gara designato dall’Aia per Sassuolo – Roma, Matteo Marcenaro della sezione di Genova, oltreché la bandiera neroverde Mimmo Berardi.

Un gran rumore, senza dubbio, che copre il racconto fattuale sul percorso di entrambe le squadre: innanzitutto la Roma, che in trasferta ha vinto soltanto una volta nelle ultime 10 gare ed ha l’assoluta necessità di risalire la classifica per agguantare il Napoli ad un soffio dal podio ed in piena Europa. C’è poi il Sassuolo di Dionisi, che contro i giallorossi è imbattuto nei sei degli ultimi sette incroci, ma complessivamente ha vinto soltanto il 10% (2 su 20) delle volte in Serie A: la Roma è, a tutti gli effetti, la maledizione degli emiliani.

Tra il dire e il fare, il rettangolo verde

Alessio Dionisi chiede ai suoi “cinismo e determinazione” per arginare la qualità e la fisicità romanista. Per farlo, schiera, di fronte a Consigli, alla presenza numero 487, Ruan Tressoldi ed Erlić, con Toljan e Viña a rifinire il quattro di difesa; Boloca ed Henrique, in mediana, a sostegno d’un comparto offensivo confermatissimo: i mai in discussione Berardi, Thorstvedt e Laurienté ad accompagnare Pinamonti punta centrale.

José Mourinho non smette mai di far parlar di sé, ma adesso dovrà confermare sul campo la volontà giallorossa di riprendersi i posti che contano. Così, davanti a Rui Patrício fra i pali, lo Special conferma il trio Mancini, Llorente e N’dicka; l’out di Pellegrini favorisce la partenza titolare di Bove in mezzo al campo, fiancheggiato da Karsdorp, sulla destra, e Spinazzola, a sinistra, sostenuti dalla solidità di Cristante e Paredes. La coppia d’attacco è Lukaku–Dybala.

Il Sassuolo all’improvviso

Al Mapei si sente forte il grido ospite, i cui decibel si alzano alla prima sterzata del match per Paulo Dybala, al 2’. Il Sassuolo ha studiato e la concentrazione di mister Dionisi a bordocampo è lo specchio dell’atteggiamento in avvio dei suoi: pressione alta – Laurienté su Mancini, Pinamonti su Llorente ma anche Berardi su N’dicka – nei confronti d’una Roma attendista, richiamata all’attenzione da Mourinho per una serie di movimenti insidiosi a liberarsi di Thorstvedt. I primi tentativi di tiro sono comunque giallorossi: Paredes prima e Dybala poi, tra il 5’ e il 6’, ci provano ma vengono respinti dalle maglie neroverdi; il primo, però, a centrare lo specchio è l’argentino in maglia 21 che, innescato da un buon movimento di Spinazzola, impegna in allungo Consigli – presenza in campo numero 487 per il portiere milanese classe ‘87.

Ha già cominciato”, punzecchia Mou col quarto uomo Ghersini alla caduta di Berardi, forse un po’ troppo ricamata sul tocco di N’dicka. Da qui, il gioco inizia ad interrompersi con maggior frequenza: la fisicità della Roma sembra affaticare i neroverdi, non ultimo Matheus Henrique che lascia i suoi in 10 per qualche minuto. È proprio col numero 7 che, nel momento che pare di maggior sofferenza per i padroni di casa, al primo tentativo, i neroverdi fanno centro per il vantaggio: al 26’, un tiro di Berardi a cercare il secondo palo diventa assist d’oro per l’appoggio in tap-in facile facile del centrocampista brasiliano ex Grêmio. A sorpresa, è 1-0 Sassuolo.

Il vantaggio emiliano stordisce la Roma, che cerca d’uscire dalla confusione con cambi frequenti da destra a sinistra, perché trovare spazi fra le strette linee neroverdi è complesso. Il passaggio è spesso quello che apre per Spinazzola, la cui velocità mette a più riprese in crisi Toljan, ma l’azione più significativa passa dal centro, perché, al 40’, Lukaku riesce a tener palla di fisico e scaricare corto per Dybala che, di prima, tenta di piazzarla con un sinistro forte e preciso – Consigli d’esperienza ci mette la manona in volo d’angelo. Bastano due giri d’orologio perché Thorstvedt riesca, di nuovo all’improvviso, ad infilarsi nell’area piccola di Rui Patrício: soltanto un sussulto, perché il norvegese non riesce a dar forza ed angolazione alla conclusione. Uno solo il minuto di recupero e, per Marcenaro, si può andare negli spogliatoi: il Sassuolo è avanti.

Roma letale: dieci minuti per vincere

L’incipit della ripresa è una dichiarazione d’intenti – non cambia niente Dionisi, il cui approccio alla gara è fin qui vincente, mentre cambia da subito Mourinho: Kristensen per Karsdorp e Azmoun per Bove.

È sempre Dybala a tentare incursioni e spostare su di sé l’attenzione d’ogni marcatura per aprire varchi favorevoli ai compagni: al minuto 51 l’esemplificazione di questa modalità, che impegna Erlić in un intervento difensivo decisivo. Lukaku, nemmeno due minuti dopo, si divora un rigore in movimento: è di nuovo la Joya a trovare un corridoio per Azmoun che, di punta, serve l’attaccante belga, solo a tu per tu con Consigli – tiro debole e più che telefonato, agguantato in presa dall’estremo difensore neroverde. L’ingresso dell’iraniano ha però ravvivato le ripartenze giallorosse, perché il subentrato in maglia 17 mette notevolmente sotto stress le retrovie casalinghe, ed è proprio lui a ritagliarsi un (ormai ennesimo) buco centrale in una sorta di sforbiciata in caduta che illude il pubblico ma fa aria al palo lontano di Consigli. La pressione della Roma è adesso (quasi) totale. Attorno al 62’, un episodio chiave – che lascia poco – dubbio richiama Marcenaro all’on-field review dal Var: l’arbitro genovese cambia il colore del cartellino a Boloca, inizialmente giallo e poi rosso diretto, perché il centrocampista di Chieri schianta il piede a martello sullo stinco di Paredes.

Scelta obbligata, allora, quella di Dionisi, costretto a far uscire Laurienté in favore del serbo Račić per assorbire la perdita in mediana. Mosse e contromosse: Mourinho richiama dalla panchina capitan Pellegrini, che subentra al posto di Mancini, ed El Shaarawy al posto di Spinazzola, per spingere con più uomini possibili e riprendere la partita – anche perché il Sassuolo vive, ora, un momento di estrema frustrazione esemplificato perfettamente dall’ammonizione inevitabile per Berardi col fallo (più d’impeto che di senso) sul 92 giallorosso.

La Roma le tenta tutte, finché, al 75’, Kristensen imbuca l’area avversaria e sulla sterzata va giù per il contatto con Erlić e Marcenaro indica il dischetto senza troppi dubbi: dagli undici metri, Dybala regala un brivido tra palo e Consigli ma non sbaglia – sono 25 su 28 i rigori realizzati dalla Joya e la Roma agguanta la parità.

Clamoroso il giro del destino, dall’uomo che non ti aspetti: Kristensen, fortunato nella deviazione di Tressoldi, viene liberato per il tiro da una perla in movimento di Dybala ed il danese, entrato benissimo in gara, beffa Consigli: 1-2, la ribalta ancora una volta la Roma, ancora una volta nei dieci minuti finali.

Il Sassuolo, in inferiorità numerica ed in svantaggio, non si arrende: Račić avrebbe due opportunità che nemmeno sfiorano, però, la parte alta della traversa controllata da Rui Patrício, complessivamente poco impegnato nella gara. Dionisi sfodera le ultime carte con cambi necessari, ma è l’uscita di Dybala a prendersi la scena, a tre minuti dal 90’, coperto da meritati applausi. C’è spazio anche per i tentativi di El Shaarawy e Pellegrini, entrambi murati. Gli ultimi minuti sono, al solito, concitati: nei 7’ di recupero concessi (che poi diventano quasi 9 e mezzo), sparisce addirittura un pallone – episodio di scarso conto, ma che costa l’espulsione a Giovanni Cerra, uno dei tecnici nella panchina romanista. Tasto stop: il triplice fischio di Marcenaro è un grido di liberazione per la Roma, che ne esce ancora una volta a testa alta e con la conferma di quel letale cinismo che spedisce i giallorossi ad occupare i posti che contano davvero.

Il tabellino del match

SASSUOLO (4-2-3-1) – Consigli; Toljan, Tressoldi, Erlić, Viña (89’ Pedersen); Boloca, Henrique; Berardi (89’ Castillejo), Thorstvedt (81’ Bajrami), Laurienté (65’ Račić); Pinamonti (81’ Defrel). Allenatore: Alessio Dionisi

ROMA (3-5-2) – Rui Patrício; Mancini (67’ Pellegrini), Llorente, N’dicka; Karsdorp (46’ Kristensen), Cristante, Paredes, Bove (46’ Azmoun), Spinazzola (67’ El Shaarawy); Dybala (87’ Çelik), Lukaku. Allenatore: José Mourinho

Marcatori: 26’ Henrique (S), 76’ rig. Dybala (R), 82’ Kristensen (R)

Ammoniti: 55’ Thorstvedt (S), 69’ Berardi (S), 78’ Kristensen (R), 83’ Henrique (S)

Espulso: 63’ Boloca (S)

Arbitro: Matteo Marcenaro (Genova)

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