Harry Potter e il principe mezzosangue è il sesto capitolo della saga cinematografica tratta dai romanzi omonimi di J.K. Rowling che va in onda questa sera alle 21.10 su Italia 1. Se il quarto capitolo si poteva definire il momento di svolta dell’intera serie, Harry Potter e il principe mezzosangue rappresenta la proverbiale notte prima della battaglia, quell’ultimo afflato di normalità prima che la guerra, la distruzione e la morte arrivino a cambiare del tutto il mondo per come lo conoscono i protagonisti. Proprio per questo motivo il sesto libro dedicato al maghetto inglese è uno dei più amati della serie letteraria. Preferenza che, però, non si applica anche alla sua trasposizione cinematografica, da molti considerata la peggiore di tutte.
Harry Potter e il principe mezzosangue, la trama
Il nuovo anno accademico di Hogwarts si apre già con numerosi problemi per Harry Potter (Daniel Radcliffe): dopo aver aiutato Silente (Michael Gambon) a convincere il professor Lumacorno (Jim Broadbent) ad accettare la cattedra di Pozioni, Harry viene umiliato dal rivale Draco (Tom Felton) ed è costretto a vedere Severus Piton (Alan Rickman) ottenere finalmente il posto di insegnante di Difesa contro le arti oscure. Lumacorno, intanto, dimostra ben presto di avere una predilezione per Harry, soprattutto perché l’alunno si mostra davvero talentuoso al suo corso. Quello che Lumacorno non sa è che Harry sta seguendo le indicazioni scritte sulla sua vecchia copia del libro di pozioni e redatte da qualcuno che si firma “il principe mezzosangue”. Nonostante la preoccupazione degli amici Ron (Rupert Grint) ed Hermione (Emma Watson), Harry continua a fidarsi delle indicazioni e in breve tempo diventa l’alunno migliore del suo anno. Come se tutto questo carico di lavoro non bastasse, Harry ha degli appuntamenti fissi con Silente, che è determinato a mostrargli la storia di Lord Voldemort, mettendolo a conoscenza di un’arte molto oscura, quella degli Horcrux. Convinto che Draco stia architettando qualcosa di terribile e sconvolto dai sentimenti che comincia a provare per Ginny (Bonnie Wright), Harry non sa che il suo sesto anno ad Hogwarts lo cambierà per sempre.
Tutti gli errori del film
Quando si fa una trasposizione filmica di un’opera letteraria il lettore e lo spettatore accettano sempre una sorta di tacito accordo, secondo il quale si accetta la consapevolezza che i due prodotti non potranno mai essere uguali. Non solo perché rispondono a regole diverse, appartenendo a diversi linguaggi, ma anche e soprattutto perché un lungometraggio ha un minutaggio limitato. Per questo motivo gli sceneggiatori sono spesso costretti a eliminare dettagli e scene per non correre il rischio che un film duri quattro ore e che dunque mini la voglia di chiunque di rimanere in sala o davanti allo schermo tanto a lungo. Questo discorso, però, si fa più complicato quando si sceglie di portare sullo schermo una trasposizione che vuole essere quanto più fedele possibile e lo spettatore si trova davanti a cambiamenti del tutto ingiustificati. Nel caso di Harry Potter e il principe mezzosangue, ad esempio, possiamo accettare che non ci sia il coro del “Weasley è il nostro re”, ma rimaniamo più sorpresi quando, ad esempio, viene modificata l’importanza del Quidditch e il conseguente primo bacio tra Harry e Ginny. Tuttavia il vero problema di questo sesto capitolo non è da ricercarsi nemmeno in questi cambiamenti più o meno arbitrari di quello che avviene nel libro, ma si devono ricercare soprattutto nei molti errori che riempiono la diegesi. Una delle scene più iconiche del film, ad esempio, è quella che si svolge in cima alla Torre di Astronomia, dove Albus Silente incontra Draco Malfoy e Piton, che lo colpisce con una maledizione senza perdono che lo fa precipitare nel vuoto. Peccato che nell’inquadratura precedente si possa vedere alle spalle di Harry una sorta di ringhiera e/o barriera che avrebbe reso difficile la caduta di spalle di Silente, per come viene poi mostrata nel quadro successivo all’omicidio.
Forse, però, l’errore più grave del film è quello di aver scelto di tenere fuori dal racconto la maggior parte della storia di Tom Riddle, colui che sarebbe poi diventato Voldemort. Nel libro, Silente conduce Harry sulla strada dei ricordi e del passato proprio perché il ragazzo abbia la possibilità di capire a fondo chi sia il suo rivale e cosa lo abbia spinto anche a prendere determinate decisioni. Mentre nel film viene data importanza soprattutto alla creazione degli horcrux, il film lesina su tutto il resto: sul senso di umiliazione del giovane Riddle, sulla sua brutalità, sulle sue origini e la vita difficile di sua madre. Tutti elementi che non sono fondamentali solo per conoscere il percorso dell’antagonista, ma anche perché spiegano come mai Voldemort abbia scelto determinati oggetti da trasformare nei suoi Horcrux, i frammenti nascosti della sua anima oscura. Senza queste spiegazioni, la caccia ai manufatti magici che Harry compie nei due capitoli successivi dedicati ai Doni della morte appare come una ricerca randomica, che non segue un filo logico, quando in realtà tutto è legato proprio al passato di Tom Riddle. In questo modo non viene spiegato neanche il terribile male che sta consumando Silente e che gli ha annerito la mano. L’errore principale del film, però, è aver scelto consapevolmente di mettere da parte gli snodi principali della trama orizzontale – la guerra imminente contro Voldemort e la comprensione dei suoi strumenti e delle sue armi per lasciare il posto a una sorta di commedia romantica fatta però in modo grossolano, affrettato, con dialoghi che vanno dal ridicolo all’inquietante.