Giuliano Amato, 85 anni, ex premier, ex ministro, ex presidente della Corte costituzionale, ex parlamentare, è da qualche settimana alla guida della nuova Commissione sull’intelligenza artificiale per il mercato dell’editoria e il giornalismo. La sua nomina aveva trascinato con sé il solito mare di polemiche, vuoi per l’età, vuoi per (presunta) scarsa dimestichezza con il tema, vuoi perché per il ruolo un esperto sarebbe stato più indicato di un politico.
Ma tant’è: «Mica devo costruire un computer», aveva risposto lui ironicamente di fronte allo scetticismo.
Scetticismo che, comunque, continua ad avvolgerlo come ha raccontato il Fatto quotidiano nei giorni scorsi.
«Amato è un uomo spiritoso e riesce sempre a cavarsela», rivela una fonte che ha partecipato ai lavori della commissione. Quello che non è invece chiaro è il senso di una delle ultime uscite di Amato durante una delle recenti sedute: «A me piacciono molto le patate, grazie all’intelligenza artificiale, un giornalista in pochi istanti potrà sapere tutti i modi in cui posso cucinarle, così da arricchire il suo pezzo». E qui si aprono due possibili chiavi di lettura.
La prima è quella più banale, ma anche più spietata: Amato ha preso un abbaglio, patate e intelligenza artificiale che c’azzeccano? La seconda, meno malevola, presuppone invece un mondo dove il giornalismo sfrutti l’intelligenza artificiale per migliorare i propri articoli, senza lasciarsi sopraffare dal futuro. Al netto del fatto che per scoprire quali sono i modi per cucinare le patate basta una velocissima ricerca su Google. Pure senza intelligenza artificiale. E anche volendosi appoggiare a ChatGpt, non è che dall’Ia arrivino grandissime intuizioni: patate bollite, fritte, al forno; purè di patate, gnocchi di patate, insalate di patate. Almeno nel settore dei tuberi siamo ancora al livello base.
Ps: Abbiamo comunque voluto ascoltare il consiglio di Giuliano Amato. La foto che trovate in pagina è stata generata dall’Ai: l’ex premier che cucina delle patate.