Siamo tutti Mr. Magoo, orbi sempre in orbita, come in una lontana canzone della Slammer Band, rigorosamente original. Si cammina a occhi chiusi sull’orlo di un imponderabile precipizio, inconsapevoli, spaesati, incapaci di qualsiasi reazione, circondati dall’ansia e dalla paura, quindi sconfortati e rassegnati, ma capaci (…)
(…) in qualche modo di riuscire a scamparla. È questo il ritratto che arriva dal Censis, che ogni anno si mette lì a tratteggiare come si sentono e percepiscono gli italiani. La parola che li rappresenta è «sonnambulismo». Camminare nel sonno. Che significa? È questo sopravvivere con la coscienza addormentata, senza consapevolezza, senza orizzonti. È una descrizione impietosa, ma che in fin dei conti ha le sue ragioni. La paura, la paura è il sentimento diffuso che si respira in questi anni, come un rumore di fondo quotidiano che non ti abbandona mai. Qualcuno dice che, dopo la pandemia e le guerre, non può che essere così. La realtà è che la paura non è solo qualcosa di contingente. È più ampia e viene dall’incertezza, dalla perdita globale di punti di riferimento, dall’incapacità di vedere qualche metro più in là, come se gli ultimi venti e passa anni fossero stati vissuti sotto una nebbia via via meno sottile, così spessa da circondarci, all’inizio magari anche rassicurante, poi di anno in anno sempre più insidiosa. Il risultato è un tempo apocalittico, con la convinzione che prima o poi arriverà qualcosa di irrimediabile, il grande disastro, la rivolta definitiva della madre terra, la caduta del cielo sopra le nostre teste.
Tutto questo ha portato a una domanda crescente dal punto di vista politico di sicurezza, così insistente da corrodere alla radice anche le fondamenta della società occidentale, ovvero le libertà inalienabili e la democrazia. Il senso di questa nebbia è la domanda che bisogna porsi.
Da dove viene questa nebbia? Stiamo probabilmente vivendo all’interno di una grande rivoluzione, un cambio di paradigma, non solo tecnologico e economico, ma culturale e umano. Le macchine intelligenti potrebbero cambiare radicalmente il lavoro umano e concedere a ogni individuo un «tempo libero» da occupare. È una «libertà dalla fatica» che non sarà facile da gestire, anche perché riduce dall’equazione del capitalismo il peso del salario e pone il problema del consumo. Da dove arriverà il reddito? Cosa farà l’umano senza il lavoro? Ecco la scommessa del futuro: non morire di troppo ozio. Meglio non sapere. Sonnambulismo.