Fincantieri va in immersione in un mercato da 400 miliardi

Fincantieri va in immersione in un mercato da 400 miliardi

Fincantieri più forte con Remazel nel settore underwater (il business subacqueo) per giocarsela da protagonista in un mercato che ha un enorme potenziale, e che oggi nel mondo vale 400 miliardi di euro.

La società di Chiuduno (Bergamo), con sedi operative a Trieste, nonché in Cina e Brasile e con esperienza ultra-trentennale nel settore, entrerà a far parte del perimetro del colosso triestino portando in dote ricavi 2022 per oltre 100 milioni, 160 dipendenti altamente qualificati e soprattutto un know-how importantissimo: tutta l’ingegneria per la progettazione e fornitura di sistemi ad alta complessità per la movimentazione, il sollevamento e l’ancoraggio; soluzioni di lancio e recupero per mezzi sottomarini, sistemi particolarmente utilizzati nell’ambito dei settori coinvolti nella transizione energetica del segmento dell’eolico offshore, oltre che la produzione di componenti critici per turbine a gas.

L’accordo, che è anche la prima acquisizione dell’era Folgiero, arrivato alla guida del gruppo a maggio 2022, prevede un corrispettivo basato su un enterprise value pari a 78 milioni e l’efficacia entro fine anno. Di fatto, sarà un vero e proprio acceleratore di un business, la subacquea, che Fincantieri ha già nella sua storia da più di un secolo, avendo costruito nel tempo oltre 100 sottomarini.

«L’attuale posizionamento di Remazel – ha detto l’ad Pierroberto Folgiero – permette a Fincantieri di rafforzarsi in settori in rapida crescita, quali quello delle operazioni underwater e del wind offshore (eolico a largo delle coste), coprendo le attività a maggior valore aggiunto della catena del valore. Quello della subacquea, in particolare, rappresenta il nuovo dominio geopolitico, tanto quanto lo spazio, ed ha una grande rilevanza strategica sia in ambito civile sia della difesa». Un business, i cui campi di applicazione sono davvero numerosi: dai sottomarini militari, alle infrastrutture energetiche, dall’estrazione mineraria, fino ai sistemi per le telecomunicazioni.

Non a caso, l’operazione arriva a ridosso della nascita del polo nazionale della subacquea che verrà inaugurato il prossimo 12 dicembre, e di cui Fincantieri è capofila: di fatto, un aggregatore e acceleratore di tutte le competenze nazionali, dall’industria, alla ricerca.

Secondo Folgiero, in futuro il Mediterraneo giocherà un ruolo chiave nello scacchiere geopolitico internazionale. «L’interesse intorno a questo mare è gigantesco e noi con la Marina Militare italiana avremo l’incarico di aiutare il sistema Nato». Sempre più spesso, prosegue Folgiero, gli Americani quando arrivano in Europa cercano mezzi di mare e non di terra.

Allo stesso tempo, cresce il mercato del sudest asiatico e del Medio Oriente, in cui il gruppo tiene gli occhi ben aperti in cerca di nuove collaborazioni. «In queste regioni il mercato dell’export navale crescerà molto. Qui, come nel cruise, abbiamo davvero molte offerte calde». Quanto al settore navale, «si è parlato di Grecia, Indonesia, un mercato dove siamo attivi e ci sono opportunità in stato molto avanzato. Ma ce ne sono altri dove la domanda è tanta e i nostri prodotti si posizionano molto bene», ha concluso il top manager. Ieri in Piazza Affari il titolo ha chiuso la seduta in rialzo dello 0,38% a quota 0,54 euro.

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