È stato scarcerato uno dei maggiorenni ritenuti responsabili dello stupro delle due cugine di Caivano. Nonostante il pm lo consideri il “capobranco” di quelle brutali abusi compiuti su due maggiorenni nella palestra abbandonata nel quartiere degradato. Secondo il gip sono sufficienti gli arresti domiciliari per l’ aggressore, che sconterà questa parte di pena in Veneto, ma la procura aveva invece chiesto che restasse in carcere. Contro la decisione del gip si sono scaldati gli animi e la Lega ha annunciato che chiederà un’interrogazione parlamentare per capire con quale ratio sia stata concesso un alleggerimento della detenzione cautelare.
Secondo il gip, gli abusi “si sono innestati in un contesto territoriale di profonda incuria e abbandono e sono stati agevolati dal senso di appartenenza al gruppo criminale dei suoi membri, quasi tutti minorenni o poco più che maggiorenni (logica del branco)“. Ma le conclusioni della procura vanno in direzione contraria e sottolineano che lo scarcerato è stato un protagonista di quell’orrenda vicenda. Per altro, la procura mette anche un altro punto nella sua conclusione, sottolineando che non siano ben chiari i rapporti tra lo scarcerato e chi lo sta ospitando in Veneto. Questi sono i due cardini sui quali si basa il parere negativo che, però, non è stato accolto dal gip. Il maggiorenne, secondo il pm, non solo ha consumato la violenza ma l’ha anche ordita, aggravando la sua posizione. A firmare per i domiciliari è stato il gip Fabrizio Forte, che ha imposto all’indagato il braccialetto elettronico.
L’allontanamento da Caivano, però, secondo il firmatario dell’ordinanza, “appare elemento piuttosto rassicurante in ordine alla rescissione dei legami con il predetto contesto, inducendo a confidare in un’adeguata capacità autocontenitiva“. Ma per ottenere la misura detentiva domiciliare, la difesa ha giocato anche la carta delle “precarie condizioni di salute psico-fisiche“, derivanti da “ritardo mentale di grado medio con difficoltà di apprendimento“, che si sarebbe aggravato in detenzione.
Il senatore campano della Lega Gianluca Cantalamessa, capogruppo in commissione Antimafia, in una nota ha annunciato l’interrogazione al ministro Carlo Nordio “Per fare luce“. Questo perché ritiene “preoccupante ciò che sta accadendo in queste ore: come è possibile che il gip abbia disposto gli arresti domiciliari per una persona che, secondo la Procura di Napoli Nord, sarebbe non solo colpevole ma rappresenterebbe anche un pericolo?“.
Tutto questo, per altro, in un momento storico in cui si cerca di alzare l’attenzione sugli abusi e sulle violenze contro le donne. “Abbiamo visto quanto sia importante applicare le misure a tutela delle vittime di abusi, di recente abbiamo approvato gli ultimi provvedimenti in difesa delle donne e quelli a contrasto della criminalità minorile, temi sui quali la Lega è sempre stata in prima linea“, dice Cantalamessa, sottolineando come l’accoglimento della misura domiciliare stoni con la gravità del reato compiuto. “Non possiamo vanificare tutti gli sforzi che stiamo facendo per contrastare le violenze e la delinquenza giovanile. Auspichiamo dunque, nel rispetto delle decisioni della magistratura, sia presto chiarito il motivo di questo provvedimento“, conclude la nota del senatore.