A Gaza è di nuovo guerra.”Ma si lavora a una tregua”

"A torso nudo e con una bandiera bianca". Le rivelazioni sui tre ostaggi uccisi dalle Idf

È di nuovo guerra nella Striscia di Gaza, avanti fino alla distruzione di Hamas, dice Benjamin Netanyahu, mentre i terroristi contano circa 200 palestinesi uccisi sotto le bombe israeliane, un bilancio che cresce di ora in ora. La tregua non ha retto oltre il settimo giorno e Hamas e Israele sono tornati alle armi fra accuse reciproche. I combattimenti non fermano però le trattative sugli ostaggi, 137 ancora nella Striscia. «Si svolgeranno in parallelo col fuoco», annuncia Israele, pronto a valutare 24 ore di tregua se Hamas presenterà una lista di 10 donne da liberare. Si tratta senza sosta, grazie all’intermediazione di Qatar ed Egitto, anche se «i raid complicano il negoziato». A suggellare il ruolo del Qatar c’è l’incontro fra il presidente israeliano Isaac Herzog e l’emiro Tamim bin Hamad Al Thani, una stretta di mano e un colloquio «storici», a margine della conferenza sul clima negli Emirati Arabi Uniti, in cui Israele ha mostrato riconoscenza per il ruolo del Paese che non ha mai riconosciuto Israele e dà rifugio ai terroristi.

«Continuiamo a lavorare a una tregua», insiste la Casa Bianca, dopo che quella scaduta ieri mattina si è interrotta bruscamente con una pioggia di razzi delle Brigate Al Qassam e Al Quds, bracci armati di Hamas, su diverse città israeliane del sud, Ashkelon, Sderot e Beersheba, per poi colpire con 107 razzi il kibbutz Kissufim e scaricarne un’altra raffica anche su Tel Aviv.

Intesa violata, accusa Israele, che ai terroristi rimprovera anche un’altra violazione: non aver rispettato l’accordo sul rilascio di tutte le donne e i bambini ostaggio. Hamas scarica la responsabilità su Israele, che avrebbe «rifiutato per tutta la notte di accettare le offerte» di scambio e sostiene di non detenere più donne e bambini, in mano ad altri gruppi. Gli Stati Uniti rimettono ordine: «La tregua è finita perché Hamas ha violato l’accordo». Israele aggiunge: «Ha scelto di non liberare la famiglia Bibas».

L’offensiva per «sradicare» i terroristi della Striscia è dunque ripartita per cielo, mare e terra, con un nuovo sanguinoso bilancio fra i civili palestinesi. Israele resta convinto che la guerra sia l’unica arma per convincere i jihadisti a cedere. Il governo promette di dare a Hamas «la madre di tutte le lezioni». «Capisce solo la forza», spiega il ministro della Difesa Gallant, mentre il ministro delle Finanze Smotrich preme perché un annuncio ufficiale di fine tregua: «Non possiamo accettare una mezza guerra».

L’esercito invita con i volantini i civili a spostarsi verso sud, da Khan Younis a Gaza, e diffonde una mappa della Striscia in cui ogni strada e ogni rione hanno ricevuto un numero di riconoscimento, in modo da poter indicare anche in futuro ai palestinesi dove evacuare. Il ministro della sicurezza nazionale Ben Gvir chiede di «martellare Gaza con tutta la forza». Intanto anche Hezbollah si risveglia, dal Libano, con i suoi razzi verso il nord di Israele e rivendicando un attacco. L’esercito israeliano lancia anche qui dei raid e annuncia di aver ucciso un gruppo di terroristi.

Il Qatar ammette che i raid complicano gli sforzi di mediazione. Di certo fanno tremare i famigliari degli ostaggi, 137, fra cui 17 donne e bambini. Ieri si è saputo della morte di almeno 5 rapiti, fra cui il più anziano, 85 anni, fondatore del kibbutz di Nir Oz, Aryeh Zalmanovich. Israele ha colpito oltre 200 obiettivi e i civili pagano un prezzo altissimo. È una corsa contro il tempo. Fonti israeliane avvertono il Financial Times: la guerra sarà molto lunga, un anno o più.

Leave a comment

Your email address will not be published.