Sinwar, Deif e Issa: Israele a caccia dei tre leader di Hamas. Ecco il piano

Sinwar, Deif e Issa: Israele a caccia dei tre leader di Hamas. Ecco il piano

La guerra tra Israele e Hamas durerà ancora a lungo. Almeno fino a quando le Forze di difesa israeliane (Idf) non porteranno a compimento tutti i loro obiettivi, in primis l’eliminazione dei tre leader principali di Hamas, ovvero Yahya Sinwar, Mohammed Deif e Marwan Issa. Il tempo stimato per completare l’opera, al netto di imprevisti o allargamenti del conflitto nella regione, dovrebbe essere di un anno o forse anche più. Sarebbe questa la road map messa nero su bianco da Tel Aviv, secondo alcune fonti informate sui fatti, per le quali la fase più intensa della campagna nella Striscia di Gaza proseguirà sino all’inizio del 2024.

La road map di Israele

Questa sarà una guerra molto lunga. Non siamo neanche vicino alla metà dei nostri obiettivi“, ha dichiarato al Financial Times una fonte a conoscenza dei piani di Israele. La strategia, orchestrata in più fasi, prevede che le forze israeliane, che sono di stanza nel nord di Gaza, effettuino un’imminente avanzata in profondità nel sud dell’enclave palestinese. Nel frattempo, le Idf faranno di tutto per centrare una vittoria militare contro i 24 battaglioni di Hamas e la loro rete di tunnel sotterranei, così da distruggere qualsiasi capacità di governo del gruppo filo palestinese.

È tuttavia importante sottolineare che la strategia di Israele è flessibile. I tempi dell’azione saranno infatti dettati da molteplici fattori, inclusi i progressi operativi sul terreno, la pressione internazionale e le opportunità di liberare gli ostaggi israeliani. Archiviato il cessate il fuoco per un reciproco scambio di ostaggi, è prevista ua rinnovata operazione di terra ad alta intensità da parte di Tel Aviv. Successivamente, ci sarà una fase di “transizione e stabilizzazione” di minore intensità militare che potrebbe continuare fino alla fine del 2024.

Una guerra ancora lunga

Un alto ufficiale militare israeliano ha fatto sapere che almeno 10 dei 24 battaglioni di Hamas sono stati colpiti in modo significativo, mentre più di 50 comandanti di medio livello e circa 5.000 combattenti sono stati uccisi. Pare però che Israele consideri ancora incomplete le operazioni nel nord di Gaza. “La città di Gaza non è ancora completamente conquistata. Probabilmente siamo intorno al 40%. Per terminare il lavoro nel Nord (della Striscia ndr), nel suo insieme, probabilmente serviranno altre due settimane o un mese“, ha detto un’altra fonte anonima.

Di pari passo, dovrebbe iniziare un’offensiva di terra israeliana nel sud della Striscia, un’area finora colpita solo da attacchi aerei sporadici. I funzionari israeliani sanno che la maggior parte dei dirigenti di Hamas, il grosso dei suoi combattenti e del suo arsenale missilistico, nonché la maggior parte degli ostaggi israeliani, è dislocata qui. Resterà da capire come si comporterà Tel Aviv. Anche perché gli Stati Uniti hanno esortato Israele ad avere un approccio militare diverso rispetto a quello messo in atto nel nord della della Striscia di Gaza.

La zona calda

In ogni caso, l’offensiva meridionale di Israele si concentrerebbe su Khan Younis, il secondo centro urbano più importante di Gaza e città natale di Sinwar e Deif, così come su Rafah, al confine con l’Egitto. Il valico di frontiera tra Gaza e l’Egitto e i tunnel sotterranei del contrabbando sono “il principale canale di ossigeno per Hamas che ricostruisce le sue capacità militari“, hanno spiegato fonti israeliane.

Intanto, sono 109 le persone che hanno perso la vita e centinaia quelle rimaste ferite a causa dei raid israeliani nella Striscia di Gaza dopo la fine della tregua concordata tra Hamas e Israele, secondo il ministero della Sanità palestinese.

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