“Mi dissero che gli ospiti cattolici volevano incontrarmi” parla il prete sul falso protocollo col Cpr

"Mi dissero che gli ospiti cattolici volevano incontrarmi" il prete sul protocollo col Cpr mai siglato

Tra i servizi “fantasma” mai erogati dal Cpr di Milano c’era anche il protocollo con la comunità pastorale delle parrocchie di San Martino in Lambrate e Santissima Nome di Maria. Don Stefano Venturini è l’ex parroco la cui firma è stata apposta, a sua insaputa, su un protocollo d’intesa fasullo con La Martinina srl, la società salernitana che aveva in gestione l’appalto di via Corelli e che è al centro di una inchiesta milanese sui servizi mai erogati: dalla mediazione culturale, al presidio sanitario, fino alle prestazioni sanitarie specialistiche. Anche le camere erano “sporche” e il cibo “avariato”. Mancavano anche medicinali, i servizi di pulizia, le visite di idoneità alla vita in comunità ristretta.

Don Venturini, com’è andata?

“Mi ha contattato una donna, ormai un anno e mezzo fa, nell’aprile 2022, in quanto le mie parrocchie erano quelle di riferimento per il centro di via Corelli. Mi ha detto che c’erano un paio di ospiti ispanici, di fede cattolica, che volevano incontrare un prete. Così ho accettato”.

Quando è entrato nel Cpr cosa è successo?

“Guardi al massimo sono rimasto per una ventina di minuti. Non c’era nessun ospite cattolico, ma mi hanno fatto parlare con due ospiti del Maghreb, di fede musulmana. Una cosa molto semplice”.

E l’incontro con gli ospiti è avvenuto lo stesso?

“Ma sa, io non respingo nessuno, se mi vogliono parlare ci sono. Poi sa, in quei posti, l’ingresso di una persona nuova che spezza la routine è sempre benvenuto”.

Venendo al protocollo, non l’ha mai siglato.

“No assolutamente, no. Intanto, avevo avuto un incontro di una sola volta e di pochi minuti. Poi le convenzioni tra parrocchie ed enti pubblici in generale devono essere attivate e protocollate dalla Curia Arcivescovile. E poi me ne sarei andato cinque misi dopo, quindi non avrei mai obbligato il mio successore a un impegno di questo genere. Ho contattato quindi l’ufficio stranieri della Curia, che mi ha detto che ci avrebbero pensato loro contattando preti che parlavano lo spagnolo”.

Poi non ha più saputo nulla?

“No, assolutamente. Per altro poco tempo dopo ho lasciato l’incarico di parroco di quella comunità parrocchiale. Quindi mi sono disinteressato completamente”.

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