A Dubai è in corso la ventottesima Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (World Climate Action Summit della Cop28), a cui partecipano i leader e i rappresentanti di 198 stati. I lavori hanno preso il via con la creazione di un fondo per compensare i Paesi vulnerabili per le perdite e i danni causati dal cambiamento climatico. Non solo un auspicio simbolico ma un fatto concreto. Cop28 andrà avanti fino al 12 dicembre, con l’obiettivo di dare slancio agli impegni per risolvere una crisi climatica sempre più minacciosa.
Nel suo intervento di oggi la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha sottolineato che “il sistema alimentare italiano è tra i più avanzati e conosciuti in tutto il mondo, penso ad esempio ai principi della dieta mediterranea che non appartengono solo all’Italia e al Mediterraneo, ma appartengono a tutto il mondo”. L’orgoglio italiano, tuttavia, è a disposizione di tutti, nessuno escluso: “Siamo consapevoli di quanto il nostro know-how sia prezioso anche per gli altri: la sicurezza alimentare per tutti è anche una delle priorità strategiche della nostra politica estera”.
“L’Africa non ha bisogno di carità”
“Il sistema del food italiano è famoso nel mondo – prosegue Meloni – i principi della dieta mediterranea sono noti in tutto il mondo. La sicurezza alimentare per tutti è una delle priorità della nostra politica estera” e “per questo motivo una parte molto importante del nostro progetto per l’Africa, il Piano Mattei, si rivolge al settore agricolo”. Per la presidente del Consiglio, tuttavia, “l’Africa non ha bisogno di carità ma di qualcosa di differente, di competere ad armi pari a tutti i livelli in tutti i campi”. E ancora: “Il continente africano ha il 65% delle terre arabili presenti al mondo, ciò implica che con una adeguata tecnologia e un adeguato addestramento possa soddisfare il proprio bisogno e la propria crescita economica”.
C’è un passaggio importante, nel discorso della Meloni, in cui spiega che nel futuro non dovrà esserci spazio per la dicotomia cibo sano e naturale per i ricchi, cibo economico (magari da laboratorio) per i poveri. “Vogliamo essere impegnati anche nella sicurezza e incolumità alimentari, significa non solo alimenti per tutti ma assicurare alimenti sani per tutti. Questo significa – ha spiegato la premier – che non vogliamo considerare la produzione alimentare come sopravvivenza, ma un mezzo per vivere una vita sana e il ruolo della ricerca è essenziale in questo contesto. Tuttavia non per produrre alimenti in laboratorio, magari andare verso un mondo in cui i ricchi possono mangiare alimenti naturali e i poveri cibi sintetici, con un impatto sulla salute che non possiamo prevedere: non è mondo che voglio vedere”.
L’impegno dell’Italia per gli obiettivi Cop28
Il nostro Paese farà la sua parte per contribuire al fondo “Loss and damage” per i paesi più vulnerabili, stanziando 100 milioni di euro. “Occorre dedicare risorse adeguate al nesso clima-sistemi alimentari”, ha detto Meloni, ribadendo che “questo è uno degli obiettivi del Fondo italiano per il clima da 4 miliardi di euro, di cui il 70% sarà destinato ai Paesi africani. Stiamo inoltre contribuendo al fondo Loss and damage con 100 milioni di euro per contribuire a raggiungere gli obiettivi di questa Cop28”.