La Champions come anomalo palcoscenico per preparare lo scontro più importante: il Napoli nel tempio Bernabeu per testarsi, l’Inter a Lisbona con le riserve per non stancarsi. Missione compiuta per entrambe le squadre, anche se Mazzarri deve attendere altre due settimane per la qualificazione, che invece Inzaghi aveva già in tasca dalla partita precedente. La prossima e ultima tornerà a valere: il Napoli chiederà al Braga almeno il punto che vale gli ottavi, l’Inter proverà a battere la Real Sociedad per chiudere in testa il girone e sperare in un sorteggio migliore. Inzaghi ha azzardato, Mazzarri ci ha provato. L’Inter ha rischiato: 10 riserve e un titolare, a Napoli ci saranno 8 giocatori diversi rispetto a Lisbona (con gl’infortunati Pavard e Bastoni si arriva ai 10 titolari assenti contro il Benfica). Il rischio ha pagato, il punto in rimonta vale per l’autostima del gruppo, che ora si sente più forte, perché nel secondo tempo la riscossa non è nata dalla panchina, ma dagli stessi che nel primo erano stati suonati come tamburi. Minuti per tutti, ché tutto serve per dribblare gl’infortuni: ci si fa male quando si gioca troppo e ci si fa male quando si gioca dopo non avere giocato troppo poco. È una regola semplice, non tutti l’hanno capita.
Mazzarri e il suo Napoli sono stati in partita fino a una manciata di minuti dalla fine, sfiorando l’impresa. Eppure anche a Madrid s’è giocato pensando al campionato. Non è certo casuale l’ingresso di Osimhen all’inizio del secondo tempo, al posto peraltro del forse fin lì migliore in campo, il Cholito Simeone. Perché Osimhen è guarito, ma alla mezzora di Bergamo doveva sommare altri minuti. Abbastanza, ma non troppi, un tempo si è pensato fosse sufficiente per metterlo in grado di cominciare contro l’Inter. La conferma arriverà solo alla vigilia, ma domenica sera sarebbe una sorpresa non vederlo in campo dall’inizio.
Il Napoli campione contro l’Inter aspirante principe alla successione. Il Napoli per rientrare in corsa dopo una partenza a gambero e l’Inter per togliere definitivamente di mezzo una concorrente tornata scomoda dopo il cambio in panchina, che sembra avere restituito ai campioni in carica quasi tutte le certezze smarrite. E in più adesso torna Osimhen. L’occasione è ghiotta per entrambe: si ritrovasse a meno 5 dall’Inter, al netto di ciò che stasera farà la Juventus, Mazzarri potrebbe dire di avere già vinto la sua sfida, semplicemente tornando in corsa. Ma anche il pareggio, confermando lo stato delle cose, andrebbe letto come un risultato positivo, la stagione è lunga e il lavoro può pagare alla distanza. Ecco perché a differenza di quanto ha fatto a Torino, Inzaghi proverà a vincerla davvero, approfittando anche di un gioco altrui più adatto al gioco suo.