Quando è arrivato davanti all’ingresso della casa del fratello, la scena che si è trovato davanti lasciava ben pochi dubbi: la porta era aperta e il 72enne di origine iraniana Safaei Chakar Kiomars era lì davanti, legato mani e piedi, privo di vita. L’allarme è scattato immediatamente, ieri pomeriggio, portando nell’appartamento al sesto piano di via De Pinedo nel quartiere fiorentino di Novoli, lo stesso che ha fatto da cornice alla sparizione della piccola Kataleya le volanti e la squadra mobile della questura, insieme ai soccorritori e alla scientifica.
Gli inquirenti coordinati dal pm di turno Cutrignelli si sono messi al lavoro con la massima attenzione, perché le modalità con cui è stato ritrovato il corpo dell’anziano hanno disegnato un quadro ancora avvolto nel più fitto mistero: Kiomars aveva infatti un sacchetto calato sulla testa, il che porterebbe ad escludere ogni pista legata a un gesto volontario. A quanto risulta, l’omicidio sarebbe stato commesso tra la mattinata e il primo pomeriggio. Dal 1976 l’uomo viveva in quell’appartamento all’interno di un grande edificio giallo insieme ai suoi fratelli, poi era rimasto ad abitarci da solo. Mentre gli investigatori compivano i rilievi, controllando anche l’impianto di videosorveglianza interno all’edificio – sulla soglia di casa due dei fratelli dell’uomo e un suo nipote hanno raccontato tra le lacrime i dettagli del ritrovamento del corpo. «Mio zio non rispondeva al telefono da qualche ora e io e mio padre siamo venuti a sentire se stava bene. A trovarlo è stato mio padre. La porta d’ingresso era aperta e mio zio aveva le mani e i piedi legati», ha dichiarato il nipote. Oltre che da eventuali testimonianze, qualche indizio importante dovrebbe arrivare dall’analisi delle immagini di sorveglianza: la telecamera è puntata verso l’ingresso della palazzina e le immagini potrebbero aver catturato l’ingresso e l’uscita di chi si è recato nell’appartamento. Anche il modo in cui è stata trovata l’abitazione potrebbe rivelare dettagli preziosi: la casa era stata messa a soqquadro. L’intera strada è rimasta chiusa per ore per permettere indagini più approfondite nella zona. «La polizia scientifica ha commentato il procuratore capo di Firenze, Filippo Spiezia sta facendo degli accurati rilievi. Il cadavere è stato trovato all’ingresso: la scena si presenta complessa, è avvenuto in modalità violenta e ci sono molte tracce utili. Abbiamo sentito un po’ di persone ha aggiunto – e siamo in una fase delicatissima dell’indagine». Risulta che la vittima lavorasse, come diversi connazionali, come venditore ambulante di bigiotteria al mercato del Porcellino, nel cuore della città: la comunità iraniana a Firenze conta oltre duemila persone ed è molto ben integrata nel tessuto sociale.