La Procura di Messina ha iscritto diverse persone nel registro degli indagati in merito ai rilievi mossi dall’Autorità Nazionale Anti Corruzione (Anac) che segnalò “inadempienze e irregolarità negli appalti banditi dall’Università di Messina”. La notizia, pubblicata oggi dalla Gazzetta del Sud, riguarda bandi contestati dall’Anac relativi alla gestione del precedente rettore Salvatore Cuzzocrea (nella foto), costretto a dimettersi per un’altra indagine che lo riguarda: avrebbe ottenuto oltre due milioni di rimborso spese in cinque anni dall’ateneo.
Gli appalti segnalati dall’Anac sui quali adesso indaga la Procura sono relativi ai lavori per l’efficientamento energetico (importo di dieci milioni di euro); di restauro conservativo dei prospetti e riqualificazione del patrimonio immobiliare universitario (importo complessivo 7.808.000 di euro); l’esecuzione dei lavori per la riconversione residenze universitarie in due plessi dell’Università (importo affidamenti euro 9.363.953 e di euro 8.419.316). L’indagine riguarda inoltre affidamenti di fornitura e posa in opera di arredi didattici (importo complessivo euro 1.364.740); fornitura e posa in opera di completamento di arredo e accessori (importo complessivo euro 403.124), entrambi affidati con delibera del consiglio d’amministrazione dell’università di Messina il 24 settembre del 2021.
L’Anac contestava all’ateneo l’insussistenza dei presupposti per l’applicazione del regime derogatorio del Decreto semplificazioni, tenuto conto che tale deroga doveva essere riferita ai casi di sussistenza di ragioni di estrema urgenza strettamente derivanti dall’emergenza sanitaria in corso. L’ex rettore Salvatore Cuzzocrea, quando la notizia dell’intervento Anac fu resa nota, all’epoca precisò che “l’università di Messina ha operato in pieno rispetto delle indicazioni della Commissione parlamentare e dei lavori della conversione in legge del decreto n. 76″.
Cuzzocrea si è dimesso dalla carica di rettore lo scorso ottobre, dopo le tante accuse ipotizzate dal sindacalista della Gilda e componente del Senato accademico, Paolo Todaro, negli esposti presentati alla Procura di Messina, alla Finanza e alla Corte dei Conti per denunciare la vicenda dei rimborsi milionari. Tra le spese pazze, oltre 2,2 milioni di euro tra il 2019 e il 2023, aveva colpito in particolare una fattura di 600 euro per spostare un asino alla Divaga società agricola srl, che risulta di proprietà di Cuzzocrea e della moglie, rispettivamente per 80% e per il 20%. Il posto di Cuzzocrea è stato preso da Giovanna Spatari, prima donna eletta rettore a Messina.