Giubilei smonta tutte le follie degli ecologisti

Giubilei smonta tutte le follie degli ecologisti

Negli ultimi anni l’ambiente, e soprattutto gli effetti dell’azione antropica sull’ambiente, sono diventati uno dei temi di discussione più caldi.

La discussione però è molto spesso soggetta a rapida torsione ideologica. O si è disposti ad accettare, praticamente senza dibattito, qualsiasi posizione targata come ambientalista, o si rischia di essere etichettati come «negazionisti climatici». Difronte a scelte che hanno indubbiamente dei risvolti positivi come «diminuire le emissioni di Co2» o «proteggere la biosfera» viene negata ogni possibilità di dubbio o di riflessione. Dire che non sono valori univoci ma devono sposarsi con la libertà di scelta e, perché no, il mantenimento della produttività e del benessere, diventa così quasi impossibile. Chi contesta la religione del Dio Verde (la definizione è del collega Giulio Meotti) rischia di essere deforestato, sradicato come gramigna, quasi fosse un eretico.

Ecco che allora diventa difficile discutere la nuova Bibbia della Ue, ovvero il Green Deal. Si tratta di un piano con l’obiettivo di raggiungere la neutralità energetica entro il 2050, con una riduzione delle emissioni del 55%. Il piano è perseguito con grande determinazione, secondo Ursula von der Leyen equivale come importanza allo sbarco dell’uomo sulla Luna. Però di quanto saranno rilevanti gli effetti sulla vita delle persone e sul destino delle piccole e medie imprese, che sono quelle che faranno più fatica ad adattarsi, si parla molto poco.

E intanto prospera un sottobosco ambientalista che sfrutta questo clima generale per portare avanti un ecologismo egoista. Quello ben riassunto dal neologismo inglese Nimby (Not in my backyard, «non nel mio cortile»): qualsiasi progetto deve essere realizzato a casa di qualcun altro.

Per capire quanti cortocircuiti ci siano in questo tipo di ideologia, niente di meglio del saggio appena pubblicato da Francesco Giubilei per i tipi di Liberilibri: Follie ecologiste. Come l’ambientalismo ideologico e l’Unione europea condizionano la nostra vita (pagg. 114, euro 16). Il volume, che verrà presentato anche a Roma a Più libri più liberi il 9 dicembre (interverrà anche Chicco Testa), mette ben a fuoco tutte le criticità di questi progetti europei, soprattutto rispetto all’economia italiana. Giusto per fare un esempio, le direttive sulla casa per un Paese che ha i nostri antichissimi centri storici possono avere effetti devastanti. Metterli a regola potrebbe costare tra i 66 e i 90 miliardi di euro solo nella prima fase di efficientamento. Per la seconda fase si parla di cifre tra i 444 e i 600 miliardi. Davvero sono scelte che vanno accettate sempre in toto? E questo è solo un esempio dell’enormità degli investimenti di scelte che in taluni casi minano proprio il concetto di libertà individuale. E la libertà in democrazia deve valere almeno quanto il clima.

Leave a comment

Your email address will not be published.