La regina dello scatto ai semafori, l’icona di una generazione sognante, dove bastava la scritta “turbo” per trasformare una placida macchina di grande diffusione in un missile. Oddio, oltre all’adesivo, il turbocompressore, anche a bassa pressione, serviva eccome. Quante leggende, quante smargiassate sono state raccontate e hanno avuto come protagonista la Fiat Uno Turbo? Infinite. Quei tempi sono scaduti da un pezzo, un po’ come la diffusione del mangianastri, ma il loro fascino resta intatto, scolpito nelle pieghe della vita. C’è chi ancora si scuote e rimane estasiato quando vede passare per strada una Uno Turbo, rombante e cattiva. Fenomeno più unico che raro, ma quando accade lascia il segno. Sono quasi passati quarant’anni dal suo debutto in società e di cose, nel frattempo, ne sono cambiate moltissime.
La Fiat insegue un’idea
La Fiat decide di scendere in campo con la sua Uno Turbo nel 1985, per rispondere a un mercato sempre più frenetico e frizzante nel donare una versione sportiva ed estrema alle proprie auto di massa. La Casa torinese segue l’esempio della Volkswagen, con la sua Golf GTI, della Renault, con l’altrettanto vivace 5 Turbo, e della Peugeot, con la sua mitica 205 GTI. Quella era un’epoca in cui servivano i muscoli, un po’ come al cinema, dove spopolavano i vari Stallone e Schwarzenegger.
E così il Lingotto prepara la sua Uno d’assalto, facendola più bassa, larga, affilata e, soprattutto, sovralimentata. La sua forza risiede nel possedere molti cavalli, ma al tempo stesso di garantire ai clienti dei costi di gestione contenuti e in linea con la tipologia di macchina. Dunque, tanto divertimento, adrenalina ed emozioni al giusto prezzo. Un cocktail altamente irresistibile. La formula del successo è già scritta.
Guizzante e veloce
Dunque, parlavamo di prestazioni. Viaggiare oltre i 200 km/h, nel 1985, a bordo di una piccola Uno dal peso di appena 845 kg, sembra un’avventura riservata soltanto a dei cuori impavidi, eppure non sarà così. La Uno Turbo scoccherà le sue frecce innamorate nel cuore di tantissimi automobilisti, che resteranno attoniti al cospetto di quel motore, figlio di una sofistica ingegneria. Al contrario di altre sue rivali, la piccola Fiat sotto al cofano presenta un propulsore 1,3 litri a iniezione elettronica, più affidabile di un’alimentazione a carburatori, da ben 105 CV e 147 Nm di coppia massima a 3200 rpm. Lo scatto è bruciante: 0-100 km/h in 8,7 secondi. Roba da incollarti al sedile con un bel calcio nella schiena, anche perché il ritardo di erogazione del turbo è una delle sue peculiarità, come per le altre sovralimentate della sua epoca.
Le migliorie, rispetto alla versione standard, riguardano anche l’impianto frenante, perché va bene correre ma bisogna anche fermarsi. Per questo motivo compiano quattro dischi, dei quali i due anteriori diventano ventilati, con pompa e servofreno maggiorati. Il cambio, invece, è il cinque marce ricevuto in dono dalla Ritmo 105 TC, un’altra scheggia impazzita del parterre torinese. Su strada la leggenda vuole che fosse terribilmente pericolosa, ma la verità è un’altra, infatti è difficile mandare in crisi la Uno Turbo, che conserva il retrotreno costantemente incollato a terra. L’assetto, poi, è un’audace compromesso tra la sportività più pura e il comfort. In effetti, a bordo si può viaggiare anche in surplace. A patto che si tenga a freno la voglia di schiacciare il piede sull’acceleratore.
Un successo da 50.000 esemplari
Stilisticamente la Fiat Uno Turbo, prima generazione, si distingue per un paraurti anteriore ridisegnato, con i fendinebbia in bella mostra, e due feritoie aggiuntive per il raffreddamento dell’olio motore e dell’aria di sovralimentazione. La vettura monta archetti passaruota e minigonne uguali a quelle della versione SX. Sul retro è presente un portellone dedicato con un vistoso spoiler integrato, realizzato in vetroresina. Il terminale di scarico è cromato con uscita piatta. Il prezzo di listino al debutto, nel maggio del 1985, è di 14.450.000 lire, mentre tra gli optional spicca il check control che completa la strumentazione digitale, al costo di 153.000 lire.
Nel 1989, in concomitanza con l’uscita della Uno seconda maniera, debutta anche una nuova Turbo IE. Stavolta la cavalleria sale a 116 CV, che permette uno scatto da 0 a100 km/h in – addirittura – 7,7 secondi. Impressionante. La storia però si interrompe dopo circa 50.000 esemplari prodotti nel 1994, con la discesa in campo della Punto, che avrà la sua versione sovralimentata, la GT. Per continuare una dinastia di frizzante esuberanza.