Distrutto il murale “europeista” di Banksy a Dover: valeva un milione di sterline

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Un’opera dal valore di un milione di sterline scomparsa per sempre. A Dover, in Inghilterra, è stato demolito il murale “europeista” realizzato da Banksy nel maggio del 2017, durante la fase più complicata delle relazioni tra il governo presieduto dall’allora premier Theresa May e Bruxelles sui negoziati legati alla Brexit. L’immagine ricopriva la facciata laterale dell’edificio dell’ex Castle Amusements e raffigurava un operaio intento a cancellare con uno scalpello una delle stelle presenti sulla bandiera dell’Unione europea.

Come riportato dalla Cnn, il palazzo che “ospitava” l’opera del misterioso artista britannico è stato demolito nell’ambito di un progetto di rinnovamento urbano. L’amministrazione di Dover ha dato il via libera a un piano per complesso urbano da 25 milioni di sterline: al posto della struttura abbattuta verranno realizzati centri culturali e di impegno comunitario, nonché abitazioni residenziali e locali notturni, compresa una discoteca. Un portavoce del Consiglio comunale di Dover (DDC) ha evidenziato: “Prima di autorizzare la demolizione e dopo aver seguito una consulenza professionale sulla conservazione, il DDC ha stabilito che l’opera di Banksy non poteva essere conservata in modo sostenibile senza costi considerevoli per i contribuenti locali, anche se fosse tecnicamente possibile”.

La società incaricata dei lavori (la DDS Demolition, ndr) sta valutando se il murale può essere salvato, ma l’ipotesi è complicata:“L’opera era stata già ridipinta e l’intonaco è in cattive condizioni, ma i lavoratori sono riusciti a rimuovere le stelle e una sezione dell’uomo e della sua scala senza danni”. L’impresa si farà carico di tutti i costi aggiuntivi, ma in caso di “salvataggio” il Banksy sarà considerato di sua proprietà. Per il momento l’artista non ha proferito parola sulla vicenda, ma non si tratta di certo di una sorpresa.

Il lavoro europeista di Banksy era già finito sulle pagine della cronaca britannica. Nell’estate del 2019 il murale venne cancellato: qualche malintenzionato riuscì a coprirlo integralmente con della vernice bianca. Il responsabile non è stato ancora individuato. Inoltre, l’edificio di Dover “colpito” dallo street artist è di proprietà della famiglia inglese Goddell, già proprietaria di un altro palazzo che “ospita” un’opera di Banksy: parliamo di una struttura di Folkenstone, Kent. La famiglia provò a vendere l’edificio, compreso il murale, ma venne bloccata dall’Alta Corte britannica. Una cosa sembra ormai chiara: sebbene il valore di mercato del suo lavoro sia aumentato esponenzialmente negli ultimi anni, Banksy continua a dipingere in spazi pubblici che rendono quasi impossibile la conservazione – e addirittura invitano al furto o al deturpamento.

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