La maggioranza cerca di guadagnare tempo sul passaggio al mercato libero dell’energia e del gas. «Il ministro dell’Ambiente Pichetto ci sta lavorando», ha dichiarato il capogruppo alla Camera della Lega, Riccardo Molinari aggiungendo che si intende «contrattare con la Commissione europea una proroga di qualche mese, o diversamente dovremo capire con la normativa nazionale come tutelare gli utenti». Anche Palazzo Chigi conferma ufficiosamente l’interlocuzione con Bruxelles.
In ogni caso , si pensa a una norma di transizione che possa traghettare – in primis chi necessita di più tutele verso la prospettiva del mercato libero. La It scadenza per il gas è il 10 gennaio mentre per l’energia elettrica la scelta del gestore nel mercato libero scatterà ad aprile. Per gli utenti fragili (persone sotto la soglia di povertà, over 75, residenti in isole minori) resta comunque l’esclusione dalla concorrenza. E, secondo quanto riferiscono fonti di maggioranza, se la strada della proroga fosse preclusa, si starebbe studiando di allungare i tempi delle aste per l’assegnazione del servizio a tutele graduali ai clienti domestici. Intanto per far fronte agli aumenti dei prezzi, come ricordato anche nei giorni scorsi dal ministro Pichetto, «il governo continua a tutelare le famiglie con strumenti come il bonus sociale».
Intanto, non accenna a placarsi la polemica politica sulla mancata proroga el dl Energia di recente varato dal governo. Si tratta, tuttavia, di un impegno preso dall’Italia con la Commissione europea in sede di prima approvazione del Pnrr due anni fa. Per ottenere le risorse comunitarie il governo Draghi (con il consenso di tutti partiti della sua maggioranza inclusi Pd, M5s e Lega che oggi vorrebbero un ripensamento) accettò di chiudere un percorso che si trascina dal 1999 quando il primo decreto Bersani, recependo una direttiva del 1996, avviò la liberalizzazione dei mercati energetici. «Noi con gli emendamenti avevamo chiesto una proroga sul mercato tutelato», ha dichiarato ieri il segretario del Pd, Elly Schlein rimarcando che «il Pnrr è stato scritto prima che cambiasse il mondo con la guerra in Ucraina e prima che le bollette venissero triplicate: la proroga va discussa con Bruxelles e vanno fermate le aste».
Di diverso avviso il leader di Azione, Carlo Calenda. «La sinistra non può imputare a Meloni quello che abbiamo votato noi nel governo Draghi, compresa la Lega. Se adesso votassimo gli emendamenti per la proroga del mercato tutelato proposti da Schlein, ci chiederebbero indietro la terza rata del Pnrr. Il tema ora è come trattare con la Commissione europea», ha commentato.