Fondazione Cariplo e la Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde sono stati il «lievito» dell’economia reale. Una eredità – assunta da Intesa Sanpaolo – «non solo di ordine aziendale ed economico, ma anche ideale che hanno avuto le unioni, prima con la Cariplo e poi con la Banca commerciale italiana», dice Giovanni Bazoli, presidente emerito e padre di Intesa.
Banca e fondazione hanno eri riunito banchieri, studiosi ed economisti per celebrare i 200 anni dalla Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde, il più antico istituto lombardo. Le date segnano un «momento importante perché rappresentano una riflessione sulla storia», dice Giovanni Azzone, presidente di Fondazione Cariplo. «In questo caso – aggiunge – è la storia di una istituzione che nasce 200 anni fa per consentire alla nostra società una ripresa dopo un periodo di carestia». La Cassa nasce nel 1823 e, nel corso degli anni, registra una crescita in patrimonio e solidità diventando un punto di riferimento per le aziende e per il Paese.
Nel 1991 l’attività bancaria fu conferita a una nuova società, la Cariplo. Nel 1998 il Banco Ambrosiano Veneto (con la regia di Bazoli) aggrega l’Istituto dando vita al gruppo Banca Intesa e, nel dicembre 2000, Cariplo viene incorporata. Nel 2007, in seguito alla fusione tra Banca Intesa e il Sanpaolo Imi, la Fondazione Cariplo diventa tra i principali azionisti di Intesa Sanpaolo. «Noi, come fondazioni bancarie, abbiamo fatto gli azionisti – ha detto Giuseppe Guzzetti, al vertice della fondazione per 22 anni senza mai interferire nella gestione. Questo ha consentito alla banca di crescere, diventare forte ed essere un grande istituto di credito».