La guerra tra Israele e Hamas è entrata nel 54esimo giorno. La diplomazia continua a lavorare per estendere la tregua tra i terroristi palestinesi e Tel Aviv. Secondo quanto si è appreso sarebbe stata raggiunta un’intesa di massima per altri due giorni di cessate il fuoco, anche se fonti israeliane hanno fatto sapere di non voler andare oltre a domenica. Intanto dalla Casa Bianca arriva una spinta alla fine delle ostilità: “Continuare sulla strada della guerra significa dare a Hamas ciò che cerca“, ha detto il presidente Joe Biden. Intanto Israele ha ricevuto una nuova lista degli ostaggi che dovrebbero essere liberati oggi dal movimento islamista palestinese.
Consegnato il sesto gruppo di ostaggi alla Croce Rossa
Il Jerusalem post ha riferito che Hamas ha iniziato a consegnare alla Croce Rossa i 12 ostaggi per i quali è previsto il rilascio oggi. Sono tutti israeliani, cinque bambini e sette donne. Si tratta del sesto gruppo di rapiti liberato dall’inizio della tregua. Si trovano attualmente al valico di Rafah, dove saranno sottoposti a esami medici prima di essere trasferiti a Kerem ben Salem
Fonti israeliane: “Massimo 10 giorni di tregua finché avremo le liste dei rapiti”
Una fonte politica israeliana ha commentato la notizia che Hamas sarebbe interessata ad un prolungamento della tregua di quattro giorni, affermando che “finché avremo le liste dei nostri rapiti, procederemo per un tempo massimo di 10 giorni“. Secondo le autorità dello Stato ebraico, i terroristi hanno abbastanza donne e bambini in ostaggio per 48 o 72 ore di cessate il fuoco.
Israele: “Almeno 161 ostaggi ancora a Gaza”
Le autorità israeliane ritengono che siano ancora 161 gli ostaggi ancora nelle mani di Hamas e delle altre organizzazioni terroristiche palestinesi. Di questi 146 sono israeliani, alcuni con doppia nazionalità, 15 stranieri e almeno quattro minori sotto i 18 anni. Sarebbero 10, invece, le persone sopra i 75 anni. Finora sono stati rilasciati 86 ostaggi, di cui 24 prima della tregua, e i resti di due rapiti sono stati identificati a Gaza dalle Idf.
In un comunicato, le brigate al-Qassam di Hamas hanno dichiarato che tre ostaggi israeliani sono morti a causa di un precedente raid dell’aviazione delle Idf. Le vittime sarebbero il piccolo Kfir Bibas di appena dieci mesi, la madre e il fratello di quattro anni. L’esercito israeliano ha avvisato la famiglia e sta verificando l’attendibilità della notizia.
Rilasciati due cittadini russi
Le brigate al-Qassam di Hamas hanno fatto sapere di aver rilasciato due donne israeliane con doppia cittadinanza russa, Elena Trupanov di 50 anni e sua madre Irena Tatti di 73, come “omaggio a Putin“. Inoltre, il ministero degli Esteri di Mosca ha comunicato che la 13enne Gali Tarashansky, figlia di un cittadino della Federazione, è stata inclusa nella lista degli ostaggi che saranno liberati oggi.
Qatar: “Ottimismo per prolungamento tregua”
Il portavoce del ministero degli Esteri del Qatar Majed Al-Ansari ha espresso “ottimismo” per la possibilità di un prolungamento della tregua tra Hamas e Israele, la cui scadenza è prevista oggi. “Speriamo che nell’arco di poche ore avremo il rilascio dell’ultimo gruppo di ostaggi e anche che riusciremo ad annunciare una proroga“, ha affermato il rappresentante del dicastero dell’Emirato. “Siamo molto ottimisti sul fatto che oggi avremo buone notizie da condividere“. Al-Ansari ha inoltre spiegato che un’eventuale proroga rispetterebbe gli stessi criteri dell’accordo precedente e che i negoziati si stanno “muovendo” verso il rilascio dei civili di sesso maschile ancora detenuti a Gaza. Per i militari delle Idf prigionieri ci vorrà più tempo, ma il portavoce qatariota ha affermato che si sta trattando anche per la loro liberazione.
Anche fonti egiziane hanno confermato che i negoziati tra Israele e Hamas stanno procedendo bene. Secondo quanto riportato da Hareetz, Il Cairo si aspetta un prolungamento della tregua di due giorni, mentre è ancora da definire il numero di ostaggi che saranno liberati.
Morto un palestinese nel nord della Striscia
A far vacillare i diplomatici potrebbe essere la morte di un Palestinese nel Nord di Gaza. Un uomo che con altri stava cercando di rientrare a casa sua a Beit Hanoun nel nord della Striscia sarebbe stato ucciso dall’esercito israeliano. Fonti locali avrebbero riferito che il gruppo aveva lasciato i rifugi e stava cercando di tornare in un gruppo di abitazioni. Per il momento le Idf non hanno fornito la loro versione dei fatti.
Israele: “Faremo i conti con il Qatar”
Il vicedirettore generale per gli Affari strategici al ministero degli Esteri israeliano Joshua Zarka ha dichiarato alla radio che lo Stato ebraico “farà i conti” con il Qatar dopo che l’emirato avrà esaurito il suo ruolo nell’ambito delle trattative per il rilascio degli ostaggi. “Il Qatar ha svolto un ruolo negativo ospitando e legittimando le attività di Hamas, e in questo momento ne abbiamo bisogno“, ha spiegato Zarka. “Ma quando questa cosa scomparirà dal mondo, regoleremo i conti con loro“. Il vicedirettore per gli Affari strategici ha anche affermato di essere convinto che a Doha siano consapevoli sia delle intenzioni di Israle, sia del fatto che “chiunque sia stato dalla parte di Hamas sarà braccato in ogni modo possibile“.
Scontri in Cisgiordania: eliminato il capo della brigata Jenin
Tensioni e scontri si sono registrati a Jenin, in Cisgiordania. Le Idf hanno condotto un raid nell’area, diverse zone sono state chiuse con posti di blocco e sono scoppiati scontri armati tra truppe israeliane e combattenti palestinesi, con almeno otto feriti. Inoltre, il ministero della Sanità palestinese ha comunicato che le forze delle Idf avrebbero ucciso due bambini, uno di otto e uno di 15 anni. Secondo al Jazeera all’operazione avrebbero preso parte oltre un centinaio di soldati israeliani.
Nel raid, le forze delle Idf hanno eliminato Mohammad Zabeidi, il capo della brigata Jenin della Jihad islamica palestinese. Assieme a lui è stato ucciso un’altro comandante, Hussam Hanoun.
Netanyahu: “Torneremo in guerra dopo il rientro degli ostaggi”
“Dopo questa fase di rientro dei nostri ostaggi, Israele tornerà in guerra? La mia risposta è inequivocabilmente sì. Non c’è possibilità che non si torni a combattere fino alla fine“, ha dichiarato il premier israeliano Benjamin Netanyahu, secondo cui “‘l’intero governo è a favore di questa posizione, i soldati e il popolo: ed è esattamente quello che faremo“.
La stessa opinione è stata espressa dal ministro del gabinetto di guerra israeliano Benny Gantz, secondo cui Israele continuerà a cercare di “ottenere il massimo” dall’accordo con Hamas sugli ostaggi, ma “è pronta a riprendere la lotta in un attimo” appena la tregua scadrà,
Monito delle Idf alla popolazione di Gaza: “Non andate a nord”
A poche ore dalla scadenza della tregua, il portavoce in lingua araba delle Idf Avichay Adraee ha rivolto un messaggio alla popolazione palestiense: “Niente spostamenti verso il nord della Striscia di Gaza“. In un post su X, il rappresentante dell’esercito israeliano ha ricordato che la parte settentrionale dell’exclave è considerata “zona di guerra” e che “ci si può spostare a sud di Wadi Gaza solo tramite la Salah al-Din Road“. Allo stesso modo, è vietato “arrivare via mare” o “avvicinarsi a meno di un chilometro” dalla linea di confine tra la Striscia e Israele.
#عاجل الرسالة اليومية الى سكان #غزة بعد تمديد فترة الهدنة الانسانية المؤقتة:
لا تحاولوا الانتقال الى منطقة شمال القطاع التي تعتبر منطقة حرب. يمكنكم فقط التنقل الى جنوب وادي غزة عبر طريق صلاح الدين
الدخول الى البحر ممنوع
ممنوع الاقتراب لمسافة كيلومتر عن الحدود
عشان… pic.twitter.com/LY3d8OCQrl— افيخاي ادرعي (@AvichayAdraee) November 29, 2023
Schermaglie al largo della costa di Gaza
Il sito Ynet ha riportato la notizie che le forze israeliane hanno sparato “colpi di avvertimento” contro un numero di pescherecci palestinesi che avevano lasciato la costa della Striscia di Gaza. Le fonti sentite da Ynet hanno parlato di “violazione delle restrizioni previste dalla tregua”. Dopo la sparatoria i pescherecci sarebbero poi tornati a riva. La Wafa, l’agenzia di stampa palestinese, ha riportato che “navi dell’occupazione israeliana hanno lanciato una serie di missili sulla costa di Khan Yunis, Al-Shati e Sheikh Radwan a Gaza contro le case dei cittadini“. L’agenzia ha poi accusato Israele “di aver violato la tregua” con questa azione.
L’attacco di Erdogan: “Netanyahu è un macellaio”
Nuovo durissimo attacco del presidente turco Recep Tayyip Erdogan durante un discorso al gruppo parlamentare del suo partito Akp. Il capo di Stato turco parlando del premier israeliano ha detto che “Netanyahu, che ha commesso le più grandi atrocità del secolo a Gaza, ha già il suo nome scritto nella Storia come il macellaio di Gaza“. Erdogan ha poi apostrofato l’azione di Israele contro Gaza come un “genocidio” e criticato l’Occidente per avere sostenuto il premier israeliano. “Quelli che lo hanno sostenuto e che sono rimasti in silenzio sono egualmente colpevoli“, ha detto il leader turco.
Ambasciatore israeliano all’Onu: “Scioccante mancata condanna di Hamas”
L’ambasciatore israeliano all’Onu Gilad Erdan ha definito “scioccante” la mancata condanna di Hamas da parte del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Il rappresentante dello Stato ebraico ha anche ricordato il ruolo dell’Iran nella destabilizzazione della regione e nell’approvvigionamento di armi per il gruppo terroristico palestinese: “Non è che Hamas stia combattendo Israele da solo. I missili di Hezbollah sono piovuti sulle città del nord di Israele e l’Iran non nasconde il suo obiettivo di distruzione di Israele. Il ruolo centrale dell’Iran nel destabilizzare la sicurezza del Medio Oriente non merita nemmeno di essere sollevato qui?“. “E’ chiaro che l’Onu è stata cooptata da coloro che non hanno alcun reale interesse in una soluzione. Ogni organismo delle Nazioni Unite è stato usato come arma contro Israele“, ha aggiunto l’ambasciatore. “I crimini selvaggi di Hamas non sono ancora stati condannati dal Consiglio di Sicurezza o da qualsiasi altro organismo delle Nazioni Unite“.
Stoccata Onu a Israele: “Lasci le alture del Golan”
A stretto giro è arrivata un’altra stoccata dell’Onu a Israele. L’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha votato una risoluzione che invita Israele a ritirarsi dalle alture del Golan occupate. Il via libera è arrivato con il voto di 91 Paesi tra cui Russia, Brasile, India, Cina e Arabia Saudita. Otto nazioni, tra cui Stati Uniti e Regno Unito, hanno votato contro. 62 gli astenuti. La risoluzione è stata redatta da un gruppo di nazioni che comprende Algeria, Venezuela, Egitto, Giordania, Iraq, Qatar, Corea del Nord, Cuba, Kuwait, Libano, Mauritania, Emirati Arabi Uniti, Siria e Tunisia.
Il dossier è composto da otto disposizioni. Il primo punto ribadisce che Israele non ha attuato la risoluzione 497 del Consiglio di Sicurezza dell’Onu del 1981, che dichiara nulla l’annessione israeliana. Il documento “chiede ancora una volta che Israele si ritiri da tutto il Golan siriano occupato fino alla linea del 4 giugno 1967, in attuazione delle pertinenti risoluzioni del Consiglio di Sicurezza“. Si stabilisce inoltre che “la continua occupazione del Golan siriano e la sua annessione di fatto costituiscono un ostacolo al raggiungimento di una pace giusta, globale e duratura nella regione“. Nella risoluzione l’Assemblea aggiunge anche che “invita Israele a riprendere i colloqui sulle questioni siriana e libanese e a rispettare gli impegni e le promesse assunte nei colloqui precedenti” e “chiede al Segretario generale di riferire all’Assemblea generale nei suoi settanta nona sessione sull’attuazione della presente risoluzione“.