Niente premeditazione e forse una perizia psichiatrica. È questo che suggerirebbero le parole di Filippo Turetta, dichiarate spontaneamente durante l’interrogatorio di garanzia di ieri, in cui si è avvalso della facoltà di non rispondere alle domande del gip Benedetta Vitolo. Il 22enne, accusato di omicidio aggravato per la morte della ex Giulia Cecchettin, che avrebbe aggredito e sequestrato la notte dopo l’11 novembre scorso, usa parole ben circostanziate, che lasciano immaginare – ma naturalmente sarà tutto da verificare – quale potrebbe essere la strategia difensiva.
Le dichiarazioni spontanee
“Sono affranto per la tragedia che ho causato – ha letto Turetta su un foglio, di fronte al gip, al pm Andrea Petroni, ai suoi avvocati Giovanni Caruso e Monica Cornaviera – Non voglio sottrarmi alle mie responsabilità. Voglio pagare quello che sarà giusto per aver ucciso la mia ex fidanzata. Fin da subito era mia intenzione consegnarmi e farmi arrestare. Sto cercando di ricostruire nella mia memoria le emozioni e quello che è scattato in me quella sera. Ora sono molto stanco e non mi sento di aggiungere altro”. Non ha mai nominato Giulia, non l’ha chiamata per nome.
Sostanzialmente Turetta ha risposto solo alle domande burocratiche di rito, apparendo “intontito”: sta puntando all’infermità mentale? Inoltre parla di “quello che è scattato” di “emozioni“: cerca di affermare che non ci sarebbe stata premeditazione? Sono domande che l’opinione pubblica si sta ponendo in queste ore, tanto più che l’accusa “fluida” dei giorni scorsi non è cambiata: il 22enne è passato da “tentato omicidio”, quando ancora non era stato trovato il corpo di Giulia Cecchettin, a “omicidio aggravato” e sequestro di persona. Ma ci sono ancora dubbi su occultamento di cadavere e possibili aggravanti come premeditazione e crudeltà, come riporta il Corriere.
La possibile battaglia legale
Questo probabilmente innescherà una battaglia legale, come suggerirebbero le parole degli avvocati della famiglia Cecchettin. “Ha detto che dovrà pagare? Questo è poco ma sicuro. Le ammissioni che ha fatto non spostano minimamente la gravità della sua posizione, avevamo capito che era stato lui” ha detto infatti al Corriere della Sera l’avvocato Stefano Tigani che segue il padre della giovane Gino Cecchettin. E ancora: “Se Filippo Turetta vuole farsi passare per pazzo prima dovrà incontrare anche i nostri periti”.
Non meno lapidario era stato ieri, in tempi non sospetti, Nicodemo Gentile, avvocato che segue invece la sorella Elena Cecchettin, e che ha parlato di omicidio aggravato da stalking: “L’omicidio di Giulia Cecchetin è aggravato dallo stalking. Filippo Turetta ha dimostrato di essere un molestatore assillante: il suo comportamento, come sta emergendo da più elementi da noi già raccolti, è connotato da plurime e reiterate condotte che descrivono ‘fame di possesso’ verso Giulia. Filippo aveva messo in atto un assedio psicologico che aveva provocato nella ragazza uno stato di disorientamento e di importante ansia. Un uso padronale del rapporto che ha spinto Turetta prima a perpetrare reiterate azioni di molestie e controllo, anche tramite chiamate e messaggi incessanti, e poi, in ultimo l’omicidio, al fine di gratificare la sua volontà persecutoria”.
Il funerale di Giulia
Intanto non è ancora certo quando potrà essere celebrato il funerale di Giulia. Si terrà sicuramente nella Basilica di Santa Giustina di San Prato della Valle, ma la data del 2 dicembre appare poco realistica, perché l’autopsia si terrà un giorno prima e la macchina organizzativa non dovrà solo prevedere le tantissime persone che accorreranno per l’ultimo saluto a questa ragazza verso cui tutta Italia ha provato empatia, ma anche per provvedere alla sicurezza in vista della partecipazione eventuale di cariche dello Stato.