Maurizio Landini ha un «nuovo» lavoro. Il capo della Cgil si è messo a fare il consulente fiscale delle «toghe rosse» e dell’Associazione nazionale magistrati (Anm). Si rafforza il feeling tra il sindacato di sinistra e Magistratura democratica, la corrente progressista dei giudici, in «guerra» con il governo Meloni. Ormai Landini e i giudici giocano di sponda. Non solo sul piano politico.
Il Giornale ha scovato un documento che conferma il link, non più solo ideologico, tra la Cgil e un pezzo della magistratura di sinistra. L’associazione Magistratura democratica ha stipulato una convenzione nazionale con il patronato Inca-Cgil. Accordo che viene periodicamente rinnovato. Grazie all’intesa tutti i magistrati potranno rivolgersi alle sedi provinciali o regionali del patronato al fine di ottenere informazioni e valutazioni in materia di previdenza.
Due precisazioni per inquadrare bene la convenzione. Inca è il patronato nazionale della Cgil, gestisce un fiume di denaro grazie a una rete capillare sia in Italia che all’estero. E proprio sull’Inca nelle settimane scorse, dopo un’inchiesta del Giornale, si sono accesi i fari del ministero del Lavoro e del Parlamento per presunte anomalie registrate nell’attività all’estero.
Magistratura democratica è invece la colonna portante delle toghe rosse. Per intenderci. La rivista delle toghe rosse, Questione Giustizia, è diretta da Nello Rossi. Chi è Rossi? L’ex giudice della Cassazione finito nel mirino del ministro della Difesa Guido Crosetto dopo un intervento sulla rivista con quale invitava gli ex colleghi a svolgere la funzione del giudice non come un semplice burocrate. Nel 2022 un altro accordo è stato firmato. Stavolta i sottoscrittori sono la Cgil e l’Anm. Ancora una volta Landini mette a disposizione del presidente Giuseppe Santalucia la «sua Inca» per assistere le toghe. L’affinità tra Md e Cgil non è una novità. Quando il 7 ottobre scorso, Landini scendeva in piazza a Roma contro il governo al suo fianco trovava le toghe di Magistratura democratica: «Ci auguriamo che la nostra partecipazione sia utile a far comprendere, tanto all’interno della magistratura che all’opinione pubblica, come la tutela dei diritti fondamentali dei cittadini, a cui i magistrati sono chiamati nell’esercizio delle loro funzioni, non si esaurisce nell’esercizio della giurisdizione» si leggeva nella nota di Md. E Landini ha ricambiato il sostegno due giorni fa, dopo lo scontro tra Anm e il ministro Crosetto.