Dittatura con lo 0,1% di democrazia

Dittatura con lo 0,1% di democrazia

Ieri in Corea del Nord, oltre alla messa in orbita di un satellite spia che ha allarmato le Nazioni unite, è avvenuto qualcosa di importante. È stato reso noto il risultato delle elezioni amministrative. Si votavano sindaci e governatori. Lì c’è un unico candidato per ciascun collegio e due urne per ogni seggio: una per il «sì», l’altra per il «no». Quella del «no» – psicologicamente un vero colpo di genio – è rossa. Il tasso di partecipazione tra il popolo della Guida Suprema Kim Jong-un è stato del 99,63%.

Come ha esultato la nostra sinistra impegnata, «Lì sì che la gente va a votare».

Comunque, il Partito operaio ha ottenuto il 99,91% alle Regionali e il 99,87% alle Comunali. Media dell’opposizione: 0,1%. In passato i voti contrari non venivano neppure dichiarati. Per gli analisti il fatto che questa volta le autorità nordcoreane abbiano reso noto ufficialmente il dissenso è un tentativo di trasmettere un’immagine di placida normalità in Corea del Nord. La democrazia salvata dallo 0,1% dei cittadini. Ottimo esempio del fatto che nei Paesi comunisti allignano libertà, uguaglianza e pluralismo.

E se lo abbiamo raccontato è solo come promemoria per un’altra minoranza risibile: gli indignati che, nell’Italia meloniana, parlano ogni giorno di «rigurgiti di fascismo».

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