Con l’attacco dell’11 settembre 2001, Al Qaeda è diventata famosa in tutto il mondo. Lo “sceicco del terrore” Osama Bin Laden, mente e autore di quelle stragi, si è accreditato non solo come leader indiscusso dell’organizzazione ma anche come leader della jihad. Ed è stato così per almeno un decennio. La sua morte, arrivata nel 2011 dopo l’irruzione delle forze speciali statunitensi nel suo ultimo nascondiglio in Pakistan, e l’emersione dell’Isis hanno eroso consensi e approvazioni per Al Qaeda all’interno della galassia terrorista.
Adesso l’organizzazione prova a rifarsi mettendo il cappello sulle azioni di Hamas contro Israele. Diversi capi islamisti hanno lodato quanto compiuto dai combattenti della Striscia di Gaza lo scorso 7 ottobre. Ma l’impressione è che si tratti non solo di una convergenza contro il nemico comune rappresentato da Israele e dall’occidente, ma anche di un preciso calcolo da parte di Al Qaeda: supportare Hamas significa non lasciare all’organizzazione palestinese il ruolo di guida del mondo islamista.
Le lodi di Al Qaeda ad Hamas
Così come sottolineato da Francesca Marino su IlFoglio, in ordine di tempo l’ultimo messaggio di sostegno di un leader di Al Qaeda ad Hamas è arrivato dal Pakistan. Mawlana Muhammad Muthana Hassan, principale ideologo di Aqis (Al Qaeda nel subcontinente indiano), ha pubblicato nei giorni scorsi un documento di undici pagine diffuso poi sui social. Nella lunga lettera, scritta in urdu (lingua franca del Pakistan), sono state elogiate le azioni di Hamas del 7 ottobre.
Non solo, ma ha invitato tutti i giovani pakistani e afghani ad imbracciare le armi e a unirsi nella guerra santa. Un invito rivolto anche ai musulmani in occidente, affinché possano compiere attacchi e attentati per vendicare l’appoggio fornito a Israele. Ma il documento non è l’unico del genere emerso nell’ultimo mese negli ambienti di Al Qaeda.
In Africa ad esempio i leader di Aqim e delle altre sigle affiliate all’organizzazione hanno parlato dei combattenti di Hamas come eroi e liberatori. E molti hanno esortato anche i palestinesi della Cisgiordania a fare azioni violente contro Israele. Chiara quindi la posizione dell’organizzazione: i gruppi di Al Qaeda sostengono Hamas e si uniscono al coro delle voci jihadiste a favore dei recenti attacchi compiuti in territorio israeliano.
Il calcolo di Al Qaeda
Dietro il conclamato sostegno ai terroristi palestinesi, potrebbe però celarsi una concreta paura da parte di Al Qaeda: quella cioè di perdere definitivamente il ruolo di traino della jihad. Un ruolo compromesso dall’Isis, così come dalle azioni che hanno gradatamente portato all’eliminazione dei vari capi storici dell’organizzazione, da Bin Laden ad Al Zawayri.
Certo, sotto il profilo ideologico non mancano le convergenze. Hamas e Al Qaeda considerano Israele come l’occupante e dunque la causa palestinese è in cima anche alla propaganda jihadista. Per di più, lo Stato ebraico è simbolo di quell’occidente da sempre accusato da Bin Laden di opprimere il mondo arabo e musulmano e contro cui lo sceicco del terrore ha scagliato la sua ferocia. Cambiano però le prospettive: Hamas fa parte dell’orbita dei Fratelli Musulmani, la sua jihad è unicamente rivolta contro Israele e il suo raggio d’azione coinvolge i territori palestinesi. Al Qaeda ha invece uno sguardo più vocato al globale, le guerre in medio oriente rappresentano uno dei tanti temi della sua propaganda.
Ma, come detto, se oggi i qaedisti sono tornati a parlare del caos in Medio Oriente, è perché il clamore suscitato dalle azioni di Hamas ha avuto un’eco molto vasta. Le operazioni del 7 ottobre vengono viste nel mondo jihadista come l’esempio più riuscito di un attacco diretto contro il principale nemico. Il gruppo palestinese è quindi stato preso come riferimento all’interno dell’intera galassia islamista.
Al Qaeda teme di essere ridimensionata e di non poter sfruttare l’indebolimento dello Stato islamico. Le minacce piovute dai vari gruppi affiliati all’organizzazione, potrebbero far pensare anche a un tentativo di spostare il baricentro delle azioni jihadiste dall’Africa, dove i terroristi sono più ramificati, al medio oriente. Per il momento è il continente africano ad essere al centro dei tentativi di espansione di Al Qaeda. Lo dimostrano gli assalti degli ultimi giorni in Burkina Faso, contro città e villaggi dove l’esercito regolare fatica a tenere a bada i terroristi che attaccano in gran numero.
#Burkina_Faso
une Frappe aérienne contre une dizaine de groupes djihadistes sources @fabsenbln pic.twitter.com/5OPRkl4Kmd— Abdollah Ag Mohamed (@AbdollahAgMoham) November 27, 2023
Ma nei prossimi mesi, la velata “competizione” con Hamas, potrebbe spostare tutto nuovamente verso le aree più calde dei conflitti mediorientali. Una notizia non certo positiva sul fronte della sicurezza, anche per Paesi arabi dove Al Qaeda non ha mai cessato di essere attiva, come Egitto, Iraq e Giordania.