Alberto Rizzotto aveva sicuramente problemi cardiaci. A decretare che il cuore dell’autista del bus di Mestre precipitato lo scorso 3 ottobre da un cavalcavia non funzionasse bene è stata una seconda perizia medico-legale che sembra sconfessare la prima. Ora, con molta probabilità, si dovrà di nuovo mettere in discussione la dinamica dell’incidente che ha provocato la morte di ventuno persone e il ferimento di altre quindici.
Nuovi esami autoptici
I legali della famiglia di Rizzotto, confortati anche dall’esito dell’autopsia, avevano sempre escluso che l’autista avesse avuto un malore mentre era alla guida. Per adesso questo particolare sembra essere ancora confermato, poiché gli esperti continuano a ritenere difficile che queste anomalie cardiache abbiano potuto provocare uno svenimento di Rizzotto, ma l’emento nuovo della cardiopatia accertata sicuramente provocherà un polverone. Per questo motivo la procura ha ordinato che vengano eseguiti altri esami, ancora più approfonditi, i quali verranno effettuati il prossimo 21 dicembre.
La battaglia delle assicurazioni
Il nodo da sciogliere, non solo da un punto di vista morale, ma anche economico, è uno solo: capire se il bus è precipitato per un malore dell’autista o per difetti del mezzo. Questo aspetto è dirimente, poiché le compagnie di assicurazione nel caso la “colpa” della tragedia ricadesse su Rizzotto eviterebbero di pagare il risarcimento danni alle famiglie delle vittime. A questo proprosito è facile prevedere che ci sarà una battaglia in tribunale per stabilire a chi appartegono le responsabilità dell’incidente.
La perizia sul bus
Da ieri, intanto, è cominciata l’attesa perizia sul bus elettrico di produzione cinese Yutong E 12 precipitato dal cavalcavia. All’ex mercato ortofrutticolo di Mestre, dove il mezzo è ricoverato sotto sequestro giudiziario, si sono dati appuntamento gli esperti della procura, due ingegneri meccanici dell’Università di Padova, i periti e i legali dei tre indagati, l’Ad de “La Linea”, società di trasporto privato, e due funzionari del comune. Si è provveduto a smontare la barra di collegamento dello sterzo con le ruote anteriori con i relativi perni, il destro andato distrutto e il sinistra ancora integro. Proprio il confronto tra i materiali potrà essere un elemento dirimente sul fatto che ci sia stato o meno un cedimento strutturale o se la causa, eventualmente da stabilire, sia stata la serie di urti contro il guardrail prima che il mezzo precipitasse.
Le tecamere di bordo
Non è stato stabilito, al momento, un cronoprogramma per i prossimi interventi. Proseguono intanto le perizie sulle telecamere di bordo (ne è stata fatta copia) e della cosiddetta scatola nera, ovvero la scheda Ssd sui dati di navigazione. Di quest’ultima è stata fatta copia ma non è accessibile perché mancano i codici di accesso probabilmente a disposizione solo dell’azienda di fabbricazione. Nei primi giorni di dicembre, il termine è il 5, si saprà qualcosa su telecamere e scheda.