Papa Francesco sarebbe dovuto essere il primo pontefice a parlare di fronte ai capi di Stato e di governo riuniti per la Cop28, la Conferenza delle parti sui cambiamenti climatici organizzata dalle Nazioni Unite. Le sue condizioni di salute ancora precarie, però, hanno spinto i medici ha chiedergli di rimanere in Vaticano. Il Santo padre sarebbe dovuto a Dubai venerdì 1 dicembre e sarebbe rientrato per Roma domenica 3. Il suo intervento era previsto per la mattina di sabato 2 all’Expo City, il nuovo distretto green della città che ospiterà il summit, e “offrirà uno sguardo profondamente cristiano sull’uomo e sul Creato”. La partecipazione del capo della Chiesa cattolica alla Conferenza era stata preceduta dall’esortazione apostolica “Laudate Deum” del 4 ottobre.
Durante la sua permanenza negli Emirati, papa Francesco avrebbe dovuto alloggiare al Habtoor Polo Resort & Club, un hotel di lusso a cinque stelle che dispone di 136 camere, 24 bungalow di lusso, 138 ville, un maneggio con 500 scuderie, un’accademia di polo, ristoranti e caffetterie. Il complesso è situato a Dubailand, adiacente alla Emirates road e alla Al Ain road, nelle immediate vicinanze dell’Università Zayed. Il direttore della Sala stampa vaticana Matteo Bruni ha precisato che il resort “è stato messo a disposizione dal governo” dello Stato del Golfo e che la decisione del pontefice di alloggiare lì è stata presa per questioni di praticità e per non pesare sull’organizzazione della Conferenza.
Come riportato da Vatican News, dopo il suo atteso discorso di sabato mattina il pontefice avrebbe dovuto partecipare ad una lunga serie di incontri bilaterali con almeno una ventina di leader e decine di associazioni impegnate nel contrasto ai cambiamenti climatici e nella riduzione delle emissioni responsabili del surriscaldamento globale. Papa Francesco, inoltre, avrebbe dovuto prendere parte all’inaugurazione del “Faith pavillon” di domenica 3 dicembre insieme al grande imam di al Azar Ahmad al-Tayyeb e al presidente degli Emirati Arabi Uniti. Il padiglione è stato costruito nell’Interfaith center for sustainable develpment sempre nell’area di Expo City, con la funzione di promuovere l’impegno e il dialogo interreligioso riguardo a questioni legate alla crisi climatica. Al termine della cerimonia, il pontefice avrebbe dovuto siglare la Dichiarazione “Confluence of consicence”.
Queesta sarebbe stata la seconda visita di Francesco negli Emirati Arabi Uniti. Nel febbraio del 2019, infatti, ha firmato ad Abu Dhabi il Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune assieme al grande imam al-Tayyeb. Quell’occasione ha segnato la prima volta nella storia in cui un papa si è recato nello Stato del Golfo.