Nel 53esimo giorno di guerra tra Israele e Hamas, le ostilità tra le parti belligeranti rimangono sospese in forza dell’accordo sulla tregua rinnovato ieri e che durerà fino a domani. Nell’ambito dell’intesa, che prevede il rilascio di 20 ostaggi, Tel Aviv ha scarcerato 30 palestinesi detenuti nelle carceri israeliane, soprattutto donne e bambini. Il numero di prigionieri liberati, scambiati finora con 51 ostaggi, è salito a 150 da venerdì. Nel frattempo è stata inviata la lista con i nomi delle persone catturate il 7 ottobre che oggi termineranno la loro prigionia a Gaza. Il Times of Israel fa sapere che i parenti degli ostaggi sono già stati informati dal governo, ma manca ancora la conferma su quanti saranno consegnati oggi. Il segretario di Stato Usa Antony Blinken farà inoltre tappa in Israele e in Cisgiordania nell’ambito di un viaggio ufficiale che lo porterà anche in Belgio, Macedonia del Nord ed Emirati Arabi Uniti fino al 2 dicembre. Ecco le ultime notizie di oggi.
Iniziato il trasferimento del quinto gruppo di ostaggi
Fonti egiziane del Wall Street Journal hanno affermato che Hamas ha iniziato il trasferimento del quinto gruppo di ostaggi alla Croce Rossa internazionale. Le autorità israeliane, inoltre, hanno diffuso i nomi dei 30 prigionieri che verranno scarcerati: 15 donne e 15 giovani, tra cui il giornalista palestinese Marwat al-Azza di Gerusalemme est, arrestato dopo varie dichiarazioni sui social media, tra cui una in cui sbeffeggiava un’anziana rapita da Hamas il 7 ottobre.
Gli ostaggi rilasciati da Hamas sono 12, dieci israeliani e due straieri.. I terroristi hanno diffuso le foto di una delle prigioniere liberate, la 17enne di origine argentina Mia Leimberg. Le forze armate israeliane li recupereranno al valico di Kerem Shalom. Gli altri ostaggi sono sono: Ditza Heiman, Tamar Metzger, Noralin Babadila Agojo, Ada Sagi, Meirav Tal, Rimon Kirsht, Ofelia Roitman, Gabriela Leimberg e Clara Marman.
Israele: “Tregua non oltre domenica”. Ma i mediatori puntano a fermare la guerra
Stando a quanto riferito da Hareetz, che cita una fonte a conoscenza dei colloqui in corso in Qatar, Israele non sarebbe disposto ad ampliare la tregua oltre domenica, portando il totale dei giorni di cessate il fuoco a dieci. Secondo il Wall Street Journal, però, i mediatori stanno puntando ad un’ulteriore estensione della pausa nei combattimenti, per poi avviare colloqui per far terminare del tutto la guerra. Secondo fonti dell’Egitto e del Qatar, questo passo comporterebbe decisioni difficili da digirerire da entrambe le parti, come il rilascio dei soldati israeliani in cambio di migliaia di detenuti palestinesi, la smilitarizzazione di Hamas e l’interruzione delle operazioni belliche delle Idf nella Striscia.
Esplosioni e spari a Gaza nord
Le Idf hanno riferito dell’esplosione di tre ordigni vicino ai loro soldati in due località diverse nella parte nord di Gaza. Alcuni militari sarebbero rimasti feriti in modo lieve. Le forze armate dello Stato ebraico hanno definito gli episodi “una violazione della tregua in corso“. In un caso, “terroristi hanno aperto il fuoco contro le truppe che hanno risposto“.
Hamas ha incolpato gli israeliani della violazione del cessate il fuoco. “In seguito ad una palese violazione da parte di Israele dell’accordo di cessate il fuoco nel nord della striscia di Gaza è avvenuta oggi una frizione tattica. I nostri combattenti hanno reagito a quella violazione“, ha reso noto il gruppo terroristico, sottolineando il suo impegno al mantenimento della pausa nelle operazioni belliche.
Netanyahu: “Rispettiamo accordo ma continueremo la guerra”
Il premier Benjamin Netanyahu ha affermato che Israele rispetterà l’accordo per la liberazione degli ostaggi, ma “quando questo sarà fatto, continueremo la battaglia, perché Hamas dice che ripeterà il massacro che ha commesso contro di noi, il peggiore contro il popolo ebraico dopo l’Olocausto“. Bibi ha dichiarato al giornale tedesco Bild che “non abbiamo altra scelta che distruggere Hamas. Se volete la pace, distruggete Hamas. Se volete la sicurezza, distruggete Hamas. Se volete un futuro diverso per israeliani, arabi, palestinesi e tutti gli altri, distruggete Hamas“.
Capi intelligence Usa e Israele in Qatar
Una fonte informata ha riferito che i direttori della Cia e del Mossad sono atterrati a Doha per discutere con il primo ministro del Qatar, con l’obiettivo di “sfruttare i progressi dell’accordo di pausa umanitaria prolungata e per avviare ulteriori discussioni sulla prossima fase di un potenziale accordo“. All’incontro partecipano anche funzionari egiziani. Il ministro degli Esteri dell’Emirato, inoltre, ha affermato di essere al lavoro per una tregua permanente a Gaza e che “con certezza” altri 20 ostaggi saranno liberati nelle prossime 48 ore.
La versione di Netanyahu
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha affermato che il suo Paese proseguirà con il piano concordato per il rilascio degli ostaggi, ma la pausa in corso non pregiudicherà gli obiettivi prefissati all’inizio del conflitto, cioè l’eliminazione di Hamas. “Continuiamo – ha detto – con gli obiettivi centrali che ci siamo prefissi: compiere il rilascio degli ostaggi, eliminare Hamas, e assicurare che questa minaccia non si ripeta a Gaza… non vi sarà più un regime che incoraggia il terrorismo, educa al terrorismo, che paga il terrorismo“. A fargli eco il ministro della Difesa Yoav Gallant, che a un gruppo di soldati ha promesso “combattimenti più grandi in tutta la Striscia di Gaza“, aggiungendo che “non ci fermeremo finché non avremo finito“.
Aereo qatariota atterra a Tel Aviv
Trattative no stop per il prolungamento della tregua. Un aereo della Qatar Airways è atterrato nelle scorse ore in Israele. Secondo il quotidiano Haaretz si tratterebbe dello stesso aeromobile che sabato scorso ha trasportato la delegazione proveniente da Doha per portare avanti i negoziati che poi hanno garantito l’allungamento della tregua con Hamas e la liberazione degli ostaggi.
Dagli Usa aiuti umanitari a Gaza
L’accordo tra Israele e Hamas non si limita soltanto a fermare i combattimenti nella Striscia di Gaza e allo scambio tra prigionieri, ma riguarda anche il passaggio degli aiuti umanitari. Gli Stati Uniti, fanno sapere alti funzionari dell’amministrazione Biden, hanno dato l’ok all’invio di tre aerei militari che sbarcheranno in Egitto con a bordo aiuti destinati alla popolazione palestinese, dunque cibo, forniture mediche e attrezzature invernali. “Si tratterà di portare una serie di articoli medici, aiuti alimentari, articoli invernali, dato che l’inverno sta arrivando a Gaza – per la popolazione civile“.
Capo degli aiuti Onu ad Amman per apertura valico di Kerem Shalom
Il capo degli aiuti delle Nazioni Unite Martin Griffiths si recherà domani nella capitale giordana Amman per colloqui sulla possibilità di aprire il valico di Kerem Shalom per consentire l’ingresso di aiuti umanitari a Gaza da Israele. Prima della guerra, dal passaggio situato nel sud dello Stato ebraico entrava oltre il 60% dei convogli diretti nell’exclave.
Hamas e gli altri: i gruppi armati contro Israele
Non c’è solo Hamas a sostenere lo sforzo bellico contro lo Stato ebraico. La Bbc riferisce infatti di almeno altri cinque gruppi che avrebbero abbracciato la lotta armata palestinese, con un addestramento iniziato nel 2020 a Gaza. Bbc Arabic e Bbc Verify scrivono che negli ultimi anni Hamas ha organizzato delle esercitazioni per allargare il fronte delle milizie a una coalizione più ampia.
Ostaggi in condizioni stabili dopo il rilascio
Il ministero della Sanità israeliano e fonti dell’ospedale Ichlov rassicurano sulle condizioni degli 11 civili liberati ieri, “stabili” nonostante il ricovero precauzionale avvenuto ieri sera. “È stata una notte emozionante e complessa allo stesso tempo“, ha commentato il dottor Ram Sagi.
Aiuti italiani in Egitto per i civili di Gaza
In risposta ad una richiesta arrivata tramite il Meccanismo europeo di protezione civile, il Dipartimento italiano coordinerà la raccolta del materiale sanitario da inviare in Egitto, d’intesa con il ministero degli Esteri, in modo da assistere nella gestione dei profughi arrivati dalla Striscia di Gaza.
Telefonata tra Austin e Gallant
Il segretario alla Difesa americano Lloyd Austin ha sentito telefonicamente con il suo omologo israeliano Yoav Gallant per avere un “aggiornamento sul recupero degli ostaggi e sulla pausa operativa delle Forze di difesa israeliane a Gaza“, si legge in una nota del Pentagono. Austin ha fornito un aggiornamento sull’assistenza di sicurezza degli Stati Uniti a Israele e “ha ribadito che gli aiuti umanitari a Gaza devono aumentare e ha invitato gli attori statali e non statali a evitare di espandere il conflitto attuale“.
Crosetto sente Guterres: “Fondamentale presenza Onu a Gaza”
“Abbiamo parlato del ruolo di Unifil a nord di Israele, delle possibili evoluzioni o escalation che potrebbero esserci nel nord di Israele. Abbiamo parlato della necessità di pensare a un futuro in Gaza anche attraverso l’Onu. E magari attraverso una presenza dell’Onu che sarebbe fondamentale. Occorre che questa organizzazione multilaterale assuma un ruolo maggiore in tempi difficili come questi“. Così il ministro della Difesa Guido Crosetto al termine dell’incontro con il direttore generale dell’Onu Antonio Guterres.