Max Verstappen ha chiuso come aveva cominciato: 266 giorni dopo aver dominato in Bahrain ha dominato anche ad Abu Dhabi. In mezzo ci ha messo 19 vittorie (su 22 gare) e 1003 giri in testa (su 1325). Oltre a Max c’è stato poco altro quest’anno. Nessuno aveva dominato così un Mondiale, neppure la McLaren di Senna e Prost, la Ferrari di Schumi o la Mercedes di Hamilton. La Red Bull e Max quest’anno hanno riscritto il libro dei record e la speranza è che tanta monotonia possa finire l’anno prossimo nonostante il regolamento non aiuti.
La Ferrari ha chiuso sul podio con Leclerc, ma non è riuscita a sorpassare la Mercedes in classifica, restando tre punti dietro. Charles ha fatto il possibile, ha tentato un paio di attacchi a Max nel primo giro e poi alla fine ha provato a giocare con Perez per cercare di fargli recuperare punti su Russell dopo (l’ingiusta) penalizzazione. «Non ho rimpianti, non potevo fare di più», ha detto un Leclerc deluso, ma con il sorriso.
La Ferrari non è seconda in classifica, ma ha chiuso al secondo posto in pista. Il miglioramento nelle ultime sette gare della stagione c’è stato e la squadra che spesso era dietro a Mercedes, McLaren e Aston Martin ha chiuso battuta (ma non stracciata) dalla Red Bull. «Abbiamo sofferto all’inizio forse perché le aspettative erano un po’ troppo alte – ha detto Vasseur – Poi abbiamo avuto un buon recupero, siamo stati in pole o in prima fila ed è un bel passo avanti, ora però dobbiamo colmare il gap con la Red Bull. Non è lontana come all’inizio della stagione».
È mancata l’affidabilità (ricordiamo due mancate partenze), è mancata un po’ di strategia (incomprensibile anche quella seguita con Sainz nell’ultima gara). La Red Bull non ha solo la miglior auto e un pilota che non sbaglia mai. La Red Bull ha tutto (o quasi) perfetto. Solo una Ferrari da 10 in pagella può batterla. E quella di quest’anno raggiunge a stento la sufficienza, anzi viaggia tra il cinque e il sei.