Sulla scia del grande successo ottenuto dal Titanic, Leonardo DiCaprio nel 1998 recitò al fianco di Jeremy Irons, Gabriel Byrne, John Malkovich e Gerard Depardieu nel film de La maschera di Ferro. Un film che, per il periodo, rappresentò un grande successo commerciale (un po’ meno per la critica) che permise, però, al buon DiCaprio di restare sulla cresta dell’onda e continuare a macinare un consenso dopo l’altro. Il romanzo storico che mette in scena un thriller politico durante il regno di Luigi XIV, torna in tv il 27 novembre in prima serata su La7, pronto a far rivivere al pubblico (fedele) un racconto epico, appassionante e divertente ambientato durante i fasti del regno di Francia e in una Parigi tentacolare e dal fascino seducente. Nonostante vinse diverse Razzie Awards, premio che arrivò proprio a DiCaprio, ebbe una candidatura all’European Film Award come contributo, da parte di Gérard Depardieu, al cinema europeo nel mondo. Anche se La maschera di Ferro è un film di pura finzione, dietro c’è una fantastica storia vera (o così si crede) che negli anni ha animato saggi e ricerche storiche su un possibile fratello gemello di re Luigi XIV, nascosto nelle prigioni della Bastiglia e celato dietro una maschera di velluto nero.
La storia del film è ambientata nella Francia del 1662, nel periodo di massimo splendore della monarchia francese e lontana dagli spettri della Rivoluzione. Il re Luigi XIV regna con arroganza e crudeltà, tassando il popolo e portandolo alla fame, aumentando il malcontento dei parigini. Nell’ombra agiscono I moschettieri, quelli rimasti, i quali sperano ancora di poter costruire un paese migliore ma i loro ideali non non sono più quelli di una volta. Ora, Aramis è diventato un prete, Porthos pensa solo a godersi la vita, mentre Athos vive con il figlio. L’unico ancora al servizio del re è D’Artagnan. Ed è proprio il più fedele delle guardie reali a scoprire un torbido segreto che Luigi XIV cerca di nasconde e che potrebbe cambiare le carte in tavola: nei sotterranei del castello, da dieci anni, c’è un prigioniero con una maschera di ferro, dietro la quale, si nasconde nientemeno che Filippo, suo fratello gemello.
Storia e mito si confondono in un film di buona fattura che miscela l’ironia (più becera) a temi di grande importanza. Ciò che piace di La maschera di ferro è quella leggenda che aleggia sulla vita del sovrano di Francia. Fu un individuo la cui identità non è mai stata realmente accertata e del quale vi sono poche notizie storiche. Fra gli autori che si interessarono al suo caso vi furono Voltaire nel saggio Il secolo di Luigi XIV, nato dopo la sua breve incarcerazione nella Bastiglia, e soprattutto fu Alexandre Dumas che fu travolto dalle dicerie, tanto che ne fece un personaggio nel romanzo Il visconte di Bragelonne, ipotizzando che fosse un gemello o fratellastro de re. Nei pochi documenti che sono stati ritrovati, si crede che si trattasse di un ministro del duca di Mantova di nome Ercole Antonio Mattioli, che era contemporaneamente al servizio di Luigi XIV e che avrebbe tradito la corona. Come punizione sarebbe stato incarcerato e il suo viso nascosto dietro una maschera di ferro che, in poco tempo, lo avrebbe portato alla morte.