Sembra impossibile stabilirlo ma nell’arco della nostra esistenza c’è un tempo preciso in cui si è più felici: se è vero che la felicità dipende da innumerevoli fattori e si manifesta nell’arco della vita da quando si è giovanissimi a quando si arriva via via a età più avanzate, alcuni studiosi tedeschi dell’Università di Colonia sono riusciti a scoprire un’età media in cui si manifesta una sorta di “picco”.
Cosa dice lo studio
La ricerca ha coinvolto oltre 460mila partecipanti di oltre 30 Paesi nel mondo esamindando il cosiddetto “benessere soggettivo” (Swb) nell’arco della vita prendendo in esame tre parametri principali: soddisfazione di vita, affetti positivi e negativi. I risultati, pubblicati sulla rivista PsycNet, hanno mostrato che la soddisfazione generale diminuisce tra i 9 e i 16 anni, aumenta leggermente fino ai 70 anni per poi diminuire nuovamente fino ai 96 anni. “Gli stati emotivi positivi mostrano un calo generale dai 9 ai 94 anni. Mentre gli stati emotivi negativi hanno oscillato leggermente tra i 9 ed i 22 anni per poi diminuire fino ai 60 anni e poi aumentare nuovamente”, si legge nello studio.
L’andamento positivo nella vita
Gli autori hanno scoperto che i cambiamenti maggiori riguardano gli stati emotivi positivi e negativi rispetto alla soddisfazione della vita nel suo complesso. “Lo studio ha evidenziato un trend positivo per un ampio periodo della vita se consideriamo la soddisfazione di vita e gli stati emotivi negativi“, ha dichiarato Susanne Bücker, principale autrice dello studio. Il lieve calo della soddisfazione nei confronti della vita tra i 9 e i 16 anni, secondo i ricercatori, sarebbe dovuto ai cambiamenti del corpo e della vita sociale avvenuti durante la pubertà. La soddisfazione ritorna ad aumentare dalla prima età adulta in avanti ma poi, dalla tarda età adulta (quindi dai 65-70 anni in sù), tutte le componenti del benessere soggettivo tendono a peggiorare piuttosto che a migliorare. “Ciò potrebbe essere dovuto al fatto che nelle persone molto anziane le prestazioni fisiche diminuiscono, la salute spesso peggiora e i contatti sociali diminuiscono, anche perché i loro coetanei muoiono“, ipotizza la studiosa.
La spiegazione dell’esperto
Insomma, un’età in cui si è maggiormente felici non viene specificata ma, secondo quanto scritto, coincide essenzialmente nell’arco di tempo compreso tra 40 e 60 anni, anno più anno meno. “Si tratta di una ricerca interessante che ha preso in esame moltissimi dati e ha il merito di avere utilizzato studi longitudinali che non ‘fotografano’ un momento specifico, ma analizzano lo sviluppo emotivo dei soggetti nel corso degli anni“, ha dichiarato a Repubblica il prof. Federico Colombo, psicologo e psicoterapeuta componente della Società Italiana di Psicologia Positiva. “È stato utilizzato un parametro cognitivo – sono sodisfatto di quello che sto facendo?- e due emotivi, uno positivo e uno negativo, che devono essere equilibrati tra loro”, spiega Colombo, ricordando che avere troppe emozioni positive non è affatto un parametro di benessere così come accade quando c’è un “eccesso di soddisfazione in mancanza di un adeguato benessere emotivo, che si traduce nel classico “nella vita ho tutto ma non sono felice”.
I limiti dello studio
Secondo il prof. Colombo, un limite di questa ricerca è che la felicità viene valutata soltanto in maniera soggettiva senza prendere in esame il benessere mentale che deriva dalle relazioni che si hanno nella vita, includendo se quanto si sta facendo sia in armonia con i propri valori. C’è la spiegazione, invece, per la soddisfazione che aumenta nell’età adulta perché “probabilmente dopo i trenta abbiamo più tempo per realizzare quello che desideriamo – aggiunge Colombo – .”Poi ovviamente nella vita di ognuno di noi ci possono essere eventi diversi“.
Leggi anche: