Agli inquirenti la giovane donna che si era gettata dalla finestra di un hotel dismesso di Montecatini Terme (Pistoia) pur di sfuggire ad uno stupro aveva detto di non ricordare come fosse arrivata lì: ricordava solo di essere uscita a passeggiare con un’amica e di aver accettato di bere qualcosa con due cittadini nordafricani, uno dei quali avrebbe poi tentato di violentarla. Alla base di questo vuoto di memoria sembrerebbe però esserci la cosiddetta “droga dello stupro”, che alle due giovani sarebbe stata somministrata a loro insaputa nel caffè. Questi, stando a quanto riporta oggi Il Tirreno, gli ultimi sviluppi di un caso che le forze dell’ordine stanno cercando di ricostruire nel dettaglio. Fatti risalenti allo scorso martedì, per i quali un trentenne marocchino era già finito in manette con le accuse di violenza sessuale aggravata, sequestro di persona, rapina e lesioni nei confronti della ragazza bielorussa caduta dal balcone dell’ex-hotel Impero.
Stando a quanto ricostruito, in quell’occasione la trentenne in questione uscì insieme ad un’amica nella cittadina toscana: insieme bevvero dello champagne, per poi tornare a casa a farsi qualche bicchiere di vino ed uscire nuovamente nelle prime ore del mattino. A quel punto avrebbero incrociato i due stranieri, che dopo qualche parola di circostanza avrebbero proposto alle due di fermarsi in un locale a bere qualcosa. E proprio al bar sarebbe scattata la “trappola”: la trentenne sarebbe riuscita a ricordare di aver bevuto un caffè dal sapore strano, per un dettaglio confermato anche dall’amica. E sarebbero poi state condotte dai due stranieri, forse con l’ausilio di un terzo complice non ancora identificato, all’interno dell’edificio abbandonato. L’amica della donna si sarebbe tuttavia ridestata dopo qualche minuto dallo stato di torpore indotto dalla droga dello stupro.
E sarebbe riuscita strappare la trentenne est-europea, la quale non riusciva a quanto pare a muoversi, dalle grinfie del suo aguzzino: l’extracomunitario la stava a quanto pare palpeggiando e spogliando dopo averla portata in una delle camere dell’ex-struttura ricettiva, dove aveva predisposto un materasso di fortuna. Le due si erano quindi nascoste in un’altra camera con balcone, scavalcando la ringhiera. E a quel punto la trentenne si sarebbe lanciata nel vuoto da tre metri, anche se alla luce di quanto emerso potrebbe essersi trattato di una caduta dovuta agli effetti della droga che le avevano somministrato. La vittima sarebbe poi stata trascinata nuovamente all’interno dello stabile dal suo aguzzino, fino all’arrivo dei carabinieri allertati da un passante. Ed è poi stata portata in ospedale, per gli accertamenti medici del caso. Anche il sodale dell’arrestato dovrà rispondere delle medesime accuse: a breve potrebbero esserci ulteriori sviluppi.