Derby d’Italia a nascondino: qui Inter

Ansa

Milano – Il gioco è quello di sempre, nascondersi. Lo fanno tutti, non lo fugge nemmeno Simone Inzaghi. La partita conta poco, e quel poco è niente rispetto a quello che ancora ci aspetta. Balle, frottole: la prima contro la seconda, quando la terza è già pesantemente staccata, conta moltissimo, anche se dopo questa resteranno da giocare altre 25 partite. «La Juventus non mi sta sorprendendo, sapevo che sarebbe stata vicina. Hanno sempre voglia di vincere e Allegri, non giocando le coppe, ha tanto tempo per preparare le partite. Una bella opportunità, ma certo non farei cambio con lui».

Il verdetto di stasera è pesante, più dei 3 punti in palio. C’è da supporre che la lezione dello scorso anno sia servita, difficile che l’Inter, questa Inter mai così matura, giochi all’attacco, sbagli gol già fatti e perda la partita. L’anno scorso in campionato è capitato due volte. In coppa però è sempre stata un’altra musica, 3 scontri diretti (2 finali) e sempre Inzaghi col sorriso e Allegri col broncio.

«La Juve è squadra difficile da affrontare, con grandi campioni»: Inzaghi ripete un copione già sentito e non partecipa al balletto Allegri-Marotta su chi più sia favorito in chiave scudetto. «Siamo ambiziosi e vogliamo vincerlo, però io griglie non ne faccio. Certo che un giorno dicono che siamo la squadra da battere e un altro che ci siamo indeboliti», prova a graffiare, almeno a parole, non considerando come le tesi possano essere valide entrambe. Che l’Inter sia la squadra da battere lo dice la classifica, che si sia indebolita l’ha detto il mercato. E se invece sembra più forte, ciascuno scelga se è maggiore il demerito degli altri (pensa al Napoli e al Milan) o se è maggiore il merito di Inzaghi, che per la terza volta in 3 anni ha ricostruito ciò che gli avevano smontato.

Niente ritiro, una scelta inusuale e distensiva alla vigilia di una sfida tanto importante, e partenza stamane in pullman per Torino. Formazione già scritta. Assenti Pavard e Bastoni, dentro Darmian e De Vrij, più il resto dei soliti noti. Sanchez a casa per un problema alla caviglia rimediato in nazionale, Cuadrado in panchina dopo quasi 3 mesi.

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