Il capolavoro è compiuto: l‘Italia del tennis sale sul tetto del mondo 47 anni dopo l’unica vittoria ottenuta in Coppa Davis da Panatta e Co. Adesso Sinner, Sonego, Arnaldi e Musetti riportano il trofeo nel nostro Paese. Tutti eccezionali, è stata scritta la storia del tennis ma c’è un ragazzo altoatesino di 22 anni, nato a San Candido, che candidamente ha trascinato un intero gruppo sul tetto del mondo.
Jannik Sinner, così sei perfetto (10 e lode)
Oltre ad aver sprecato gli aggettivi, appena una settimana fa avevamo detto che era stato quasi perfetto alle Atp Finals dal momento che aveva ceduto soltanto a Djokovic in finale dopo averlo battuto nel girone. Ebbene, Sinner adesso è perfetto e merita la lode dopo essersi ripreso, con gli interessi, la sconfitta contro il numero uno del mondo battendolo due volte in meno di due settimane nel singolare e nel giro di poche ore nel doppio in coppia con Sonego ma, soprattutto, aver cancellato tre match point, impresa mai successa a nessuno. Ergo, Djokovic è stato schiantato per tre volte in poco tempo, un altro record. Indipendentemente dal confronto diretto con il serbo, il tennis di Sinner è il migliore del circuito Atp nonostante sia virtualmente il quarto al mondo, ma sono soltanto numeri. La realtà parla di un tennista incredibile, pazzesco, unico: prima batte l’olandese Griekspoor replicando nel doppio, la Serbia l’ha liquidata con l’amico di giochi Sonego e in finale, contro De Minaur, ha compiuto il capolavoro nella gara decisiva che riporta l’insalatiera in Italia. Si meriterebbe 11, in pagella, ma oltre al dieci non si va: la lode è d’obbligo, matematica.
Lorenzo Sonego, la “spalla” ideale (9)
Il 28enne giocatore nato a Torino è stato il compagno ideale del suo caro amico fuori dal campo, Jannik Sinner, che in un post social del mese di febbraio aveva scritto: “Sui campi siamo avversari, ma fuori dal campo saremo sempre amici“. Ebbene, stavolta il nostro Jannik non ha avuto ragione perché in doppio si sono dimostrati una coppia perfetta liquidando, senza appello, sia l’Olanda e poi la Serbia. Sembravano giocassero insieme da sempre invece hanno preso per mano l’Italia del tennis nei momenti più delicati visto che, per il passaggio del turno, le gare dei doppisti diventavano decisive. Loro ci sono stati: saranno pure avversari (come è logico che sia) quando si incontrano nel singolare ma Volandri può dormire sonni tranquilli, la loro unione fa la forza e il nostro Paese ha trovato la coppia perfetta, ideale.
Matteo Arnaldi, sicurezza e affidabilità (8)
Le sue lacrime alla fine della determinante vittoria contro l’Australia che vale l’1-0 per l’Italia nella finalissima di Coppa Davis dicono tutto: il voto, 8, è un mix tra la sufficienza contro l’olandese Botic van de Zandschulp con il quale ha ceduto soltanto al tie-break del terzo set nel debutto e il 10 per la complicata ma splendida vittoria contro l’australiano Alexei Popyrin. Pur non mostrando un tennis perfetto e con alcuni passaggi a vuoto (vedi secondo set contro Popyrin), il numero 44 del raninkg Atp, 22enne di Sanremo, ha dato ragione a Volandri che ha puntato su di lui per ben due volte su tre nelle prime gare: sicuro e affidabile, bravo Matteo.
Filippo Volandri, un coach per amico (7,5)
Basta vederlo in viso per capire anche di quale pasta è fatto l’uomo Volandri: non è soltanto il capitano degli azzurri in Davis ma soprattutto un amico, un motivatore, un collante per il gruppo. È così che il merito per un gruppo super affiatato va anche a lui. Ha rischiato Musetti in una gara delicata contro Kecmanovic ma ha anche scelto il duo Sinner-Sonego che tante soddisfazioni ci ha dato contro l’Olanda e contro la Serbia dei terribili Djokovic e Kecmanovic: in entrambe le occasioni nessun set regalato, vuol dire che la combinazione vincente dei due amici che giocano alla playstation è stata la più azzeccata. A livello tecnico, poi, ha scelto gli uomini giusti per i giusti avversari come testimoniano i risultati ed è sempre stato in grado di dare i consigli azzeccati ai cambi di campo e durante le fasi più delicate degli incontri.
Lorenzo Musetti, condizione precaria (6)
Non ha colpe il 21enne di Carrara attuale numero 27 del ranking Atp e numero due del tennis italiano per aver perso contro il serbo Miomir Kecmanovic che, probabilmente, ha giocato il miglior tennis dell’anno (sicuramente) e della sua carriera. Anche Sinner, probabilmente, avrebbe avuto le sue gatte da pelare. ”È stata un’annata così così” ha dichiarato pochi giorni prima delle Atp Finals. Lo stato fisico e mentale vanno di pari passo ma se non c’è l’uno non c’è nemmeno l’altro: una piccola attenuante sono alcuni infortuni subìti nel corso dell’anno che non gli hanno dato continuità e culminati con il problema alla coscia sinistra contro il serbo quando, però, il match era ormai stato perso. “Sentito dolore a inizio terzo set, spero non sia nulla di grave“, ha dichiarato al termine della gara: a lui vanno gli auguri di una pronta guarigione e un 2024 totalmente diverso.