L’illusione della pace universale è ormai alle spalle, la politica deve riflettere sul dossier difesa: Giulio Tremonti non ha dubbi. Aprendo la seconda edizione della Conferenza internazionale “La battaglia di Pavia e il futuro della difesa europea (1525-2025)”, il presidente di Aspen Institute Italia e della Commissione Affari esteri e Comunitari dellla Camera dei Deputati s’è soffermato sul clima di alta tensione a livello internazionale ed è tornato al 2003, quando il governo italiano propose di emettere eurobond per infrastrutture e difesa europea. La proposta venne respinta, ma oggi lo scenario è differente.
“Oggi che gli eurobond esistono devono essere applicati anche all’industria della difesa”, l’analisi di Tremonti: “Terminata l’illusione della pace universale – idea base della globalizzazione, l’ultima utopia del ‘900 – torna essenziale dare priorità al sistema della difesa: come diceva Luigi Einaudi ‘per una nazione importa più essere indipendente che essere ricca’”. Secondo l’ex titolare del Tesoro, in un sistema geopolitico caratterizzato dal ‘global disorder’ con due guerre ai confini europei – riferimento alla guerra in Ucraina e al conflitto in Medio Oriente –“la difesa torna ad assumere un ruolo altamente strategico”.
Uno dei temi al centro del dibattito ormai da diversi anni è la creazione di una difesa comune europea. Intervenuto alla conferenza Internazionale di Pavia, il ministro della Difesa Guido Crosetto ha evidenziato che “l’idea di un esercito europeo è senza dubbio una rivoluzione nel campo della Difesa e della Unione europea”. Come riportato dalla Provincia Pavese,il braccio destro del premier Meloni ha posto l’accento sulla necessità di tornare ad aumentare gli organici e le spese di investimento militare:“Questa non è più una decisione politica ma è una necessità di sopravvivenza: non possiamo non farlo. La Difesa è tornata ad essere il prerequisitivo della libertà, della democrazia e dello sviluppo”. In linea con Tremonti, Crosetto ha ribadito che l’unica possibilità è quella di mettere insieme le difese di Paesi diversi: “È un percorso in cui siamo facilitati perché lo abbiamo iniziato nella Nato dove da anni facciamo addestramenti congiunti e questo dobbiamo trasferirlo a livello europeo”.
Difesa che è una componente fondamentale di ogni proiezione di politica estera, ha aggiunto il titolare della Farnesina Antonio Tajani: un obiettivo da centrare “anche per rafforzare il nostro peso all’interno della Nato, non in contrapposizione con gli Stati Uniti ma per diventarne tutti insieme, in una logica di complementarietà, un partner ancora più credibile. In coerenza, del resto, con l’azione di politica estera di questo Governo, che ha nell’Europa e negli Stati Uniti le sue due stelle polari”.