“Il più grande raid dall’inizio della guerra”. La mossa di Putin: la data non è casuale

"Il più grande raid dall'inizio della guerra". La mossa di Putin: la data non è casuale

Nella notte tra venerdì 24 e sabato 25 novembre, i cieli di Kiev sono stati illuminati dalle batterie contraeree. Decine di droni kamikaze Shahed, di produzione iraniana, sono stati lanciati dai russi sulla capitale ucraina e su altre regioni del Paese. Per ore, le forze di difesa aerea hanno protetto la città, abbattendo la maggior parte dei velivoli senza pilota, ma alcuni hanno colpito i distretti residenziali. Al momento, il bilancio è di cinque feriti, tra cui un bambino di 11 anni, che hanno ricevuto assistenza medica sul posto. I soccorsi sono al lavoro per estrarre due donne bloccate sotto le macerie di un condomionio. Le autorità cittadine hanno riferito di incendi nei quartieri di Solomyansky e Pechersky. Tra le strutture colpite vi sarebbe anche un asilo e un parco giochi. Quasi 200 edifici, inoltre, sono rimasti senza corrente elettrica.

È il peggior attacco condotto dai militari russi con droni iraniani sulla capitale dell’Ucraina da quando è iniziata l’invasione su larga scala della Russia“, ha scritto su Telegram il capo dell’amministrazione militare di Kiev Mykhailo Shamanov. Il sindaco Vitalii Klitschko ha affermato che la maggior parte dei danni sono stati provocati dai detriti dei velivoli senza pilota abbattutti dalla contraerea. Le forze armate ucraine hanno dichiarato di averne distrutti 71 su 75.

I nostri soldati hanno abbatutto la maggior parte dei droni, purtroppo non tutti“, ha commentato il presidente Volodymyr Zelenesky dopo l’attacco. “Più di 70 Shahed sono stati lanciati contro l”Ucraina nella notte del genocidio dell’Holodomor. Terrore consapevole. In questo momento particolare. La leadership russa è orgogliosa di poter uccidere le persone. Continuiamo a lavorare per rafforzare la nostra difesa aerea e unire il mondo nella lotta contro il terrorismo russo. Lo Stato terrorista deve essere sconfitto e ritenuto responsabile delle sue azioni“.

Il quarto sabato di novembre è la giornata del ricordo per le vittime innocenti della campagna di collettivizzazione forzata dei terreni agricoli ordinata da Stalin nel 1932-1933, chiamata in Ucraina “Grande carestia”. I contadini ucraini, accusati dal governo di Mosca di contestare il sistema sovietico della proprietà collettiva, furono soggetti ad una “punizione” per fame. Enormi quote del raccolto del grano furono requisite dallo Stato, così come i generi alimentari di cui fu proibita anche la vendita. In più, truppe dell’Urss furono dispiegate per impedire agli affamati di recarsi in altre regioni dell’Unione Sovietica in cerca di cibo. Si stima che, nel giro di un anno, siano morti tra i 4.5 e i 7 milioni di ucraini. L’Holodomor fu riconosciuto come un crimine contro l’umanità e un genocidio dal parlamento di Kiev, dall’Unione europea e da 19 nazioni indipendenti nel 2008. “E’ impossibile dimenticare, comprendere e soprattutto perdonare gli orribili crimini di genocidio che il popolo ucraino ha vissuto nel ventesimo secolo“, ha dichirato il presidente Zelensky.

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