L’arte della politica. La politica è l’arte di sapere recitare. Tutta l’arte è sempre politica. Ma anche: «La politica, in fondo, è un’arte».
In effetti qual è la differenza fra un attore e un politico? In un caso e nell’altro non deve credere a quello che dice e non deve dire quello in cui crede. Per il resto, il grosso del lavoro è fingere.
Ecco perché fa piacere scoprire, ma non stupisce, che Pierluigi Bersani, uno dei massimi interpreti della politica italiana, partecipi al cortometraggio di Agostino Ferrente Coupon, il film della felicità come attore. Del resto, lo fa da tempo su La7. Qui però, da vero politico che vuole prendersi tutto, fa sette ruoli: salumiere, fruttivendolo, prete, rider, cassiere di supermercato… Domanda: ma Bersani è il Pierfrancesco Favino della politica o è Favino il Bersani del cinema?
Bersani in fondo ha fatto, per finta, quello che il suo amico Berlusconi faceva per davvero. Il presidente operaio, ferroviere, pompiere, allenatore Nati entrambi il 29 settembre, si scambiavano sempre gli auguri, si sostenevano a vicenda nelle malattie, molto amati dalla gente e soprattutto due grandi uomini di spettacolo.
Bersani ha grandi doti di trasformista, è un battutista straordinario, ha un discreto passato da spalla di Beppe Grillo e – al netto dell’accento emiliano – potrebbe interpretare chiunque. Anche la Gruber. Nel grande film della sinistra, se Elly Schlein è la comica, lui è la versione drammatica.
Sequel: L’uomo che sussurrava ai giaguari.