È un futuro radioso quello che intravede Bill Gates, fondatore di Microsoft, grazie allo sviluppo dell’intelligenza artificiale, che ci consentirà di lavorare meno e di accorciare le nostre settimane lavorative. Secondo il milionario e filantropo, il rapido progresso dell’intelligenza artificiale potrebbe consentire agli esseri umani di ridurre la settimana lavorativa a soli tre giorni, poiché “le macchine possono produrre tutto il cibo e le cose“. Se alla fine si arriverà “a una società in cui si dovrà lavorare solo tre giorni alla settimana, probabilmente andrà bene“, ha dichiarato martedì Gates al podcast “What Now?” di Trevor Noah, secondo quanto riportato da Business Insider. Il 68enne ha previsto che potrebbe arrivare un giorno in cui le persone “non dovranno lavorare così duramente” solo per arrivare a fine mese. Quando all’industria, Gates ha sottolineato che le “aziende si distingueranno per la capacità di utilizzare l’intelligenza artificiale“.
E anche JpMorgan esalta l’intelligenza artificiale
I commenti del co-fondatore di Microsoft fanno eco a quelli dell’amministratore delegato di JpMorgan Chase Jamie Dimon, il quale ha previsto che l’intelligenza artificiale consentirà alle persone di lavorare anche solo tre giorni e mezzo a settimana. “I vostri figli vivranno fino a 100 anni e non avranno il cancro grazie alla tecnologia e probabilmente lavoreranno tre giorni e mezzo a settimana“, ha dichiarato il dirigente bancario a Bloomberg. Non è tutto rose e fiori, tuttavia. Secondo gli analisti di Goldman Sachs, infatti, l’IA potrebbe finire per costare il lavoro a 300 milioni di persone. “La gente deve fare un respiro profondo, ok?“, ha aggiunto Dimon alla domanda sulla prospettiva di una massiccia perdita di posti di lavoro. “La tecnologia ha sempre sostituito i posti di lavoro“, ha detto il banchiere. “La tecnologia ha fatto cose incredibili per l’umanità“.
“Tecnologia rivoluzionaria”
Lo scorso marzo, Bill Gates annunciava in pompa magna, in un post pubblicato sul suo blog, Gatesnote, che l’era dell’intelligenza artificiale era ufficialmente iniziata. “Nella mia vita ho assistito a due dimostrazioni tecnologiche che mi sono sembrate rivoluzionarie” ha scritto. “La prima volta fu nel 1980, quando mi venne presentata l’interfaccia utente grafica, il precursore di ogni sistema operativo moderno, compreso Windows” ha notato il magnate, ricordando il suo incontro con il geniale programmatore Charles Simonyi, che poi si unì a Microsoft e fece la fortuna dell’azienda e dello stesso Gates. La seconda rivoluzione tecnologica “è arrivata proprio l’anno scorso. Incontro il team di OpenAI dal 2016 e sono rimasto colpito dai loro costanti progressi. A metà del 2022, ero così entusiasta del loro lavoro che ho lanciato loro una sfida: addestrare un’intelligenza artificiale per superare un esame di biologia Advanced Placement“.
Il manifesto pro-intelligenza artificiale
Le élite della Silicon Valley sono entusiaste dell’intelligenza artificiale e degli sviluppi della tecnologia. A tal proposito, Marc Andreessen, co-fondatore di Andreessen Horowitz, il più grande fondo di venture capital del mondo, con sede nella Silicon Valley, ha pubblicato il saggio “The Techno-Optimist Manifesto”, che espone una visione dello sviluppo tecnologico senza limiti, criticando tutte le forze politiche che lo ostacolano. “Crediamo che l’intelligenza artificiale sia la nostra alchimia, la nostra pietra filosofale: stiamo letteralmente facendo pensare la sabbia” si legge nel manifesto di Andreessen. “Riteniamo che l’intelligenza artificiale sia meglio pensata come un risolutore di problemi universale. E abbiamo molti problemi da risolvere. Crediamo che l’intelligenza artificiale possa salvare vite umane, se glielo permettiamo“. Un entusiasmo palpabile, quello di milionari e dell’establishment della Silicon Valley, verso lo sviluppo dell’intelligenza artificiale. Ma i benefici saranno davvero per tutti?