Quella bufala sul film della Cortellesi: ecco chi ha bloccato i fondi

Quella bufala sul film della Cortellesi: ecco chi ha bloccato i fondi

Superati i 20 milioni di euro, il fenomeno “C’è ancora domani” è una solida realtà. Al terzo posto nella classifica dell’anno dietro “Barbie” e “Oppenheimer”, l’opera prima di Paola Cortellesi continua a macinare grandi risultati, attestandosi momentaneamente al 49esimo posto nella classifica assoluta dei maggiori incassi della storia italiana. Un trionfo certamente inaspettato, ma tale da scardinare qualsivoglia profezia degli esperti. E anche per questo motivo non mancano le polemiche per la scarsa lungimiranza del ministero della Cultura, che negò i finanziamenti al film in quanto “opera di scarso valore”.

Il presidente di Umbria Film Commission, Alberto Pasquale, ha rivelato che il progetto della Cortellesi si era classificato al 51mo posto – ossia l’ultimo – in quanto “Progetto di opera non giudicata di straordinaria qualità artistica in relazione a temi culturali, a fatti storici, eventi, luoghi o personaggi che caratterizzano l’identità nazionale”. Repubblica evidenzia che “C’è ancora domani” faceva parte di una sottocategoria speciale per ottenere i soldi del ministero della Cultura, ossia le opere con un costo superiore a 5 milioni di euro. Finanziamenti assegnati a tre film: “Rapito” di Bellocchio (630 mila euro), “Comandante” di De Angelis (630 mila euro) e “Confidenza” di Luchetti (350 mila euro). A bocca uscita sia la Cortellesi, sia “Le assaggiatrici” di Soldini.

Scarsa lungimiranza, certo, ma anche poca chiarezza nella comunicazione. Pasquale ha infatti evidenziato che non c’è nessun distinguo nell’assegnazione dei fondi, nessuna postilla da cui la differenza possa essere dedotta. E le polemiche hanno chiamato in causa anche l’appartenenza politica, con i soliti soloni del web prontissimi a criticare il governo Meloni e nel caso specifico il ministro Sangiuliano. Ma la realtà è un’altra: la decisione della commissione che ha bocciato il film della Cortellesi porta la data del 12 ottobre 2022. Il ministro della Cultura allora in carica, che ha nominato la commissione, non era Sangiuliano. Quest’ultimo ha giurato da ministro il 22 ottobre 2022. In altri termini, il dito dovrebbe essere puntato contro il predecessore, il dem Franceschini.

In una nota, l’ufficio stampa del Mic ha sottolineato:“Le date, dunque, non mentono. La bocciatura di questo film di grande successo, diventato il simbolo della lotta delle donne contro la violenza di genere, non è imputabile a un organismo nominato dal ministro Sangiuliano né è avvenuto in data in cui lui era ministro. Spiace, infine, che questa polemica sia inserita nel discorso più generale legato a questo importante tema”. Così lo stesso Sangiuliano: “Il film di Paola Cortellesi è molto bello, consiglio di vederlo. Se fosse dipeso da me, sarebbe stato in cima alla lista delle opere finanziate. Questo conferma il lavoro con cui stiamo riformando l’intero sistema. Per fortuna che, a breve, nel pieno rispetto della normativa, ci sarà una nuova commissione”.

Finito al centro del dibattito, Franceschini ha tenuto a respingere qualsivoglia responsabilità. “Io ho trovato splendido il film di Paola Cortellesi, ma il compito di un ministro è solo tutelare l’autonomia della commissione tecnica e rispettarne le decisioni, incluse quelle, come in questo caso, non condivise. Un ministro che interferisce nelle decisioni di una commissione che eroga finanziamenti con valutazioni personali o politiche commette un reato. Forse è bene ricordarlo”, l’analisi dell’attuale senatore dem. Non pago, Franceschini s’è detto preoccupato per le affermazioni del suo successo Sangiuliano.

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