Novità decreto Cutro 2: minori nei centri fino a 45 giorni, oltre i 16 anni con gli adulti

Minori nei centri fino a 45 giorni e oltre i 16 insieme agli adulti: le modifiche nel decreto Cutro 2

Il governo Meloni è deciso a intervenire per migliorare la gestione dei migranti del Paese, dando nuove regole che possano definire situazioni di maggior controllo e, quindi, sicurezza in Italia. L’obiettivo ultimo resta lo stop alle partenze di irregolari, trasferendo la gestione dei flussi dai trafficanti di uomini a un’organizzazione comunitaria, in modo tale da ridurre il rischio di morti in mare e di ingressi indesiderati. Un lavoro difficile che richiede l’impegno di tutti membri dell’Unione europea, che finalmente sembrano essersi accorti dell’emergenza per quale l’Italia, da quando Giorgia Meloni è a Palazzo Chigi, chiede aiuto e sostegno. D’altronde, i confini meridionali italiani che vengono violati dai migranti sono confini europei e come tali devono essere difesi.

Andando oltre le questioni legate all’impegno europeo, sono già numerosi gli interventi che l’esecutivo sta approntando per tentare di eliminare le criticità che si sono sviluppate in anni di non-gestione da parte dei precedenti governi di sinistra. L’ideologia dell’accoglienza indiscriminata ha portato all’attuale emergenze all’interno del territorio italiano, che con i decreti Cutro, si sta provando ad arginare. Rientra in questo contesto la modifica che è stata inserita nel decreto Cutro2, ora all’esame dell’Aula della Camera, in cui viene modificata la disciplina di accoglienza dei minori. In particolare, con il testo, licenziato ieri dalla Commissione Affari Costituzionali e riformulato con alcuni emendamenti del relatore Francesco Michelotti, in forza a Fratelli d’Italia, si estende da 30 a 45 giorni il tempo massimo di permanenza dei minori nelle strutture di prima accoglienza.

Una modifica importante, che permette anche di effettuare tutti i controlli necessari per valutare anche l’effettiva minore età dichiarata al momento dello sbarco, spesso usata come pretesto per avere agevolazioni. Non è un caso che la maggior parte dei migranti sedicenti minori allo sbarco dichiarino tra i 17 e i 16 anni, considerando anche il fatto che in caso di incertezza negli esami viene sempre assunta come valida la minore età per una questione di massima tutela. A questo, inoltre, si aggiunge che i sedicenti minori con 16 anni dichiarati, in caso di sovraffollamento delle strutture dedicate, potranno essere inseriti nelle strutture per adulti per 5 mesi e non più per 90 giorni.

Inevitabili, come sempre, le proteste ideologiche della sinistra, che non ammette di aver causato problemi all’Italia con la sua gestione e ora vorrebbe impedire al governo di trovare una soluzione. Per Sandra Zampa, senatrice del Pd e relatrice di un documento per la gestione dei migranti minori, le modifiche “stravolgono completamente le norme di civiltà che avevano fatto dell’Italia un modello in Europa. Quando ci si riduce a infierire su persone di minore età si è davvero senza umanità, senza intelligenza, e senza vergogna“. Per Riccardo Magi, deputato e segretario di Più Europa, invece, “l’aggressione ai migranti in quanto persone raggiunge vette ideologiche prima non sperimentate“. Tante proteste ma mai una soluzione per migliorare il problema.

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