Libertà condizionata a Pistorius. Fuori dieci anni dopo l’uccisione della fidanzata

Pistorius torna libero "Ora terapia anti-rabbia"

Il campione paralimpico sudafricano Oscar Pistorius è stato rilasciato anticipatamente dal carcere con la condizionale, dieci anni dopo aver ucciso la sua fidanzata, crimine che colpì il mondo intero. “Il Dipartimento dei Servizi Correzionali (DCS) conferma la libertà condizionata per Oscar Leonard Carl Pistorius, a partire dal 5 gennaio 2024”, ha dichiarato un portavoce del DCS.

La madre di Reeva Steenkamp, uccisa da Pistorius dieci anni fa, ha dichiarato che il campione paralimpico “non si è riabilitato”. “La riabilitazione richiede che qualcuno si impegni onestamente, con la piena verità del suo crimine e delle sue conseguenze. Nessuno può affermare di avere rimorsi se non è in grado di affrontare pienamente la verità”, ha dichiarato June Steenkamp alla commissione per la libertà vigilata.

Come condizione per la concessione della libertà vigilata, il sudafricano dovrà sottoporsi“a una terapia per la gestione della rabbia a una sulla violenza contro le donne e svolgere servizi sociali”, ha fatto sapere Rob Matthews, portavoce della famiglia Steenkamp.

Il caso

Pistorius è in prigione dalla fine del 2014 e ha compiuto 37 anni questa settimana. Entrò nella leggenda dello sport correndo i 400 metri, in 45 secondi e 44 centesimi, alle Olimpiadi del 2012: la prima volta per un corridore olimpico con doppia amputazione.

Pistorius aveva chiesto all’Alta Corte di Pretoria nel 2022 la libertà ma lo scorso 31 marzo, la commissione per la libertà vigilata aveva concluso che“il detenuto non ha completato il periodo minimo di detenzione” fissando per l’agosto 2024 un nuovo processo.

A ottobre la Corte Costituzionale ha rivisto e corretto la decisione presa lo scorso 31 marzo da parte del Tribunale di Pretoria, che gli aveva negato la libertà sostenendo che l’ex campione paralimpico non aveva superato la soglia della metà della pena. Il giudice aveva ritenuto come data di riferimento il novembre 2017, quando la Corte Suprema d’Appello aveva portato la pena a 15 anni, sbagliando secondo la Corte Costituzionale.

La ricostruzione

Era l’alba del 13 febbraio 2013 quando, in un quartiere residenziale di Pretoria, in Sudafrica, Reeva Steenkamp, bellissima modella 29enne, entra in casa del fidanzato. Lo fa, come sempre, con la sua copia delle chiavi: voleva fargli una sorpresa per il risveglio nel giorno di San Valentino. Il campione paralimpico però, dormiva e ha solo sentito un rumore. Non appena ha visto una sagoma entrare in camera, ha preso la pistola che teneva vicino al letto e ha fatto fuoco. Diversi colpi, due o quattro a seconda delle versioni. I colpi hanno raggiunto la bella Reeva in testa e al braccio, causandone la morte sul colpo.

Poi il dibattimento in cui l’atleta ha sempre sostenuto la tesi dell’incidente, ma le autorità non gli hanno creduto, ritenendo invece che Pistorius ha sparato dopo una discussione e quindi si è trattato di un omicidio premeditato. Nel processo che ha attirato l’attenzione dei media di tutto il mondo, la prima condanna nell’ottobre 2014 è stata di cinque anni di reclusione per omicidio colposo, mentre nel novembre 2015 l’Alta corte d’appello sudafricana ha annullato la condanna dell’atleta e lo ha dichiarato colpevole di omicidio, rinviando il caso al tribunale di primo grado per una nuova condanna. Emessa nel luglio 2016, quando gli fu inflitta la pena di tredici anni e cinque mesi di carcere.

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