Juventus cerca l’equilibrio contabile dopo i tormenti infiniti di un anno orribile. Azzerato il capitale (riparte col minimo legale di 50mila euro) bruciato dalla precedente scriteriata gestione, effettuato contestualmente l’aumento di capitale nella misura di 200 milioni di euro, atto doveroso che però non risulta in altri club con situazioni debitorie ben più pesanti ma fuori da ogni controllo. Il presidente Ferrero ha illustrato, all’assemblea dei soci, la situazione del club, chiarendo il percorso che la nuova dirigenza ha dovuto affrontare, partendo dall’analisi di una realtà evidente, conti fuori controllo e pendenze legali, prendendo atto come la stessa non potesse essere contestata, cosi non proseguendo l’azione, testarda quale è stata l’ultima fase del governo di Andrea Agnelli illustrata dagli interventi critici verso le istituzioni, Uefa, Figc, Consob e procura. La nuova Juventus ha scelto una via diplomatica e doverosa che ha liberato società e squadra da nuovi rischi a livello nazionale ed europeo (la rinuncia alla superlega, un passo decisivo per il rapporto con Nyon); abbassati i costi affidando l’operazione, significativa nel centenario della storia Agnelli-Juventus, ad un gruppo di professionisti specifici nel settore fiscale, finanziario e legale, territorio della questione bianconera. Il quadro non è ancora positivo, l’esclusione dalle coppe europee non produce entrate, se la situazione dovesse essere confermata nel prossimo giugno, sarà opportuno un nuovo aumento di capitale, ossigeno potrebbe arrivare dalla vendita di uno o due calciatori (Chiesa-Vlahovic) in grado di garantire entrate per 50-60 milioni di euro. Questo alla vigilia della partita contro l’Inter, un altro club alle prese con un difficilissimo ed inquietante quadro finanziario. Per fortuna c’è il pallone che nasconde i debiti. Per novanta minuti.